Pronto soccorso sotto pressione C’è l’ambulatorio per codici bianchi

Attivato a Bentivoglio, tutti i giorni, dalle 13 alle 19: reclutati otto medici attraverso un bando dell’Ausl. Pecorelli: "Progetto sperimentale con ulteriore formazione per i professionisti che provengono dalle Usca"

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di Donatella Barbetta

Aperto all’ospedale di Bentivoglio il primo ambulatorio Abc, ossia a bassa complessità, per alleggerire l’attività di Pronto soccorso: è attivo tutti i giorni, dalle 13 alle 19. Sono già otto i medici reclutati attraverso il bando promosso dall’Azienda Usl, rivolto a professionisti con una precedente esperienza nelle Usca, le unità speciali di continuità assistenziale conosciute come le squadre anti Covid. I camici bianchi hanno affrontato un ciclo di 16 ore di formazione.

I pazienti assistiti nell’ambulatorio Abc vengono identificati attraverso la valutazionedel triage del Pronto soccorso di Bentivoglio, secondo gli standard condivisi dalla Regione. L’attività dei medici della continuità assistenziale, iniziata da martedì scorso e che si concluderà il prossimo 31 dicembre, in quanto misura temporanea, è rivolta a pazienti codificati come codici bianchi e a una parte dei codici verdi che necessiteranno unicamente di prestazioni di primo livello, come radiografie e consulenze. L’ambulatorio Abc nasce in risposta alle misure urgenti, precisa l’Azienda di via Castiglione, "elaborate dall’assessorato regionale alle Politiche della Salute e dalla Direzione generale cura della persona dell’Emilia-Romagna, con l’obiettivo di rispondere a problemi di salute di pazienti che non necessiterebbero del Pronto Soccorso, ma che, seppur non urgenti, richiedono una risposta rapida".

Per Grazia Pecorelli, direttore dell’unità operativa complessa Pronto soccorso ed emergenza territoriale Area Spoke dell’Ausl, "il progetto in cui l’ambulatorio Abc di Bentivoglio si inserisce, va inquadrato in una duplice prospettiva: da un lato sperimentale, come vero e proprio laboratorio in cui testare il modello regionale, dall’altro di ulteriore formazione per i professionisti che provengono dall’esperienza Usca".

In attesa dello sviluppo del modello organizzativo nei servizi dislocati della rete assistenziale, l’Ausl ha attivato un gruppo di lavoro di cui fanno parte medici di medicina generale indicati dalle organizzazioni sindacali, dirigenti del Dipartimento cure primarie, Pecorelli e Alessio Bertini, direttore del Pronto soccorso del Maggiore: l’obiettivo è condividere un modello per l’attivazione di una risposta territoriale nelle Case della comunità e negli studi della medicina generale destinato a persone con problematiche a bassa complessità clinica che non necessitano del Pronto soccorso.

Ieri c’è stato un confronto tra Ausl e sindacati dei medici di medicina generale, sui futuri ambulatori Abc.

"La soluzione definitiva non è questa – osserva Salvatore Bauleo, segretario provinciale Fimmg – perché a noi non vanno bene gli ambulatori negli ospedali dove lavorano medici di medicina generale: non è previsto dall’accordo collettivo nazionale. È preferibile che nascano sul territorio, negli ambulatori dei medici o in sedi dell’Azienda, con percorsi diagnostici rapidi, da realizzare in 24-48 ore". Anche Roberto Pieralli, presidente regionale Snami, è favorevole "ad ambulatori territoriali, con urgenze gestibili a livello extra ospedaliero nei distretti per dare un supporto ai medici di famiglia". Perplesso Fabio Brinati, vicesegretario regionale Smi: "Sono critico sul fatto che questi ambulatori possano risolvere i problemi dei Pronto soccorso. Bisogna migliorare l’organizzazione della medicina generale, sovraccaricata da troppa burocrazia. Valido aiuto possono essere i medici di continuità assistenziale dopo una preparazione adeguata".

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