"La proposta del questore – spiega l’avvocato di Marseglia, Matteo Murgo – è del tutto infondata, i reati commessi in materia di stupefacenti sono successivi all’acquisizione patrimoniale avvenuta con risorse lecite del nucleo familiare". La battaglia in tribunale è fissata per l’11 luglio alle 10.30 davanti al collegio, presieduto dal giudice Domenico Pasquariello, della sezione ’Misure di prevenzione’ chiamato a pronunciarsi sul sequestro ai fini della confisca dell’immobile brindisino e sull’applicazione della misura di sorveglianza speciale con obbligo di Marseglia di soggiornare nel comune di residenza.
Tornando al lavoro dell’Anticrimine, analisi e verifiche che hanno riguardato il periodo 2000-2020, hanno permesso di evidenziare "e comprovare – così una nota di Palazzo Camerini – una chiara sproporzione di oltre 540.000 euro, spiegabile unicamente con il costante flusso finanziario di derivazione illecita". Non un sequestro connesso a una singola e specifica attività di indagine, "ma si tratta di una misura di prevenzione patrimoniale, disciplinata dal Testo unico aRntimafia, grazie alla quale è possibile aggredire il patrimonio di un soggetto di cui sia provata la pericolosità sociale". Gli accertamenti hanno coinvolto tutti i soggetti del nucleo familiare di Marseglia, consentendo il sequestro dell’immobile, benché questi, "lo avesse fatto fittiziamente confluire in un fondo patrimoniale destinato alle esigenze della famiglia".
n.b.
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