Bologna, protesta dei malati di Sla in Regione: “Non chiudete il centro Bene al Bellaria”

Il reparto dell’Irccs segue i pazienti colpiti da disturbi neurodegenerativi e neuromuscolari. L’assessore Donini (Sanità): “Convocheremo un tavolo”

La protesta in regione dei malati e delle loro famiglie

La protesta in regione dei malati e delle loro famiglie

Bologna, 25 gennaio 2023 – “Il Bene deve vivere al Bellaria”: fila di slogan su pettorine bianche sotto le torri della Regione. Protestano pazienti, familiari e diverse associazioni per le persone malate di sclerosi laterale amiotrofica, atassia, sclerosi multipla e altre patologie neurologiche rare contro l'intenzione dell'azienda Usl di Bologna di chiudere il centro “Il Bene” (Bellaria Neuroscienze).

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Il reparto – fino a questo momento diretto dall’ormai pensionando dottor Fabrizio Salvi - segue i pazienti colpiti dai gravi disturbi neurodegenerativi e neuromuscolari dell'Irccs Bellaria.

L'assessore regionale alle Politiche per la Salute Raffaele Donini si è presentato alla manifestazione per incontrare familiari e rappresentanti delle associazioni molto preoccupati per il futuro dei malati. "Ho garantito loro che nei prossimi giorni, già martedì, convocherò in Regione tutti, dall'azienda sanitaria di Bologna, alle associazioni, i clinici - ha annunciato - in modo da discutere in un tavolo risolutivo quella che è l'intenzione della Regione di assicurare il massimo livello di cura, di prosecuzione di questo percorso diagnostico-terapeutico che è un'eccellenza nazionale”.

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 Alla protesta ha voluto portare la sua solidarietà anche il giornalista Marino Bartoletti: "Facciamo finta di essere davanti a una distrazione, non a una ingiustizia - ha commentato -. Io che sono stato vicino a loro non posso non esserci anche oggi”.

Le associazioni (AssiSla, Aisa, AssiSM, Miastenia Insieme) chiedono che sia garantita la continuità: "Oggi protestiamo insieme a una piccola parte dei nostri 2.000 malati - ha spiegato Italo Forni, presidente di AssiSM - perché togliere un servizio come questo sarebbe disastroso. Chiediamo la possibilità di continuare con il nostro neurologo almeno per altri tre anni”.

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