Puntine in Val di Zena, la rabbia dei ciclisti "Una minaccia per il Tour"

Nuovo gesto intimidatorio lungo il percorso della granfondo ’Dieci Colli’. E domenica è in programma il contestato ’Bike day’. Cassani: "Che tristezza".

Puntine in Val di Zena,  la rabbia dei ciclisti  "Una minaccia per il Tour"

Puntine in Val di Zena, la rabbia dei ciclisti "Una minaccia per il Tour"

Puntine da disegno sparse sulle strade della Val di Zena, lungo il percorso della granfondo ciclistica ‘Dieci Colli’, domenica scorsa hanno rovinato la gara – e fatto correre seri rischi – a numerosi corridori. Il primo a denunciare il fatto è Davide Cassani, già commissario tecnico della nazionale italiana maschile di ciclismo, testimone oculare di alcune forature. Sulla salita di Quinzano, il bolognese Simone Velasco, ciclista professionista del team Astana Qazaqstan, fora una prima volta. "Poco più tardi – racconta Cassani in un post su Instagram e Facebook – lo ritrovo fermo a causa di una seconda gomma bucata. E come lui tanti altri partecipanti".

L’anno scorso, nella stessa zona, l’ultimo chilometro del tracciato della biciclettata per il ‘Val di Zena Bike Day’ era stato cosparso di puntine da disegno. "È la seconda volta che qui vengono a gettare le puntine – ricorda Cassani –. E l’autore di questo gesto forse non sa che così facendo mette a repentaglio l’incolumità di centinaia di persone. Che tristezza…". E domenica, nel cuore del Parco dei Gessi, torna sulle stesse strade l’edizione 2023 del ‘Val di Zena Bike Day’, che l’anno scorso ebbe oltre 700 iscritti. Si teme che i sabotatori possano colpire ancora.

"È già partita una campagna di comunicazione su strada per sensibilizzare tutti al rispetto reciproco", afferma Simona Larghetti, consigliera delegata a mobilità ciclistica e sicurezza stradale della Città metropolitana. Che avverte: "L’intolleranza verso chi va in bicicletta sfocia in comportamenti criminali, perché spargere puntine sulla strada è un vero e proprio attentato all’incolumità di chi partecipa a queste manifestazioni". "Sono gesti vigliacchi e vili, difficili da prevenire", commenta Mattia Santori, presidente della destinazione turistica Bologna-Modena, consigliere delegato ai grandi eventi sportivi del Comune di Bologna. E chiede "di non sottovalutare questo fenomeno, perché non ci possiamo permettere di avere il prossimo anno il Tour de France e quest’anno il Giro d’Italia facendo una figuraccia a livello mondiale per colpa di uno o due criminali ignoti che si permettono di parlare e presentarsi a nome di un territorio".

Il consigliere parla senza mezzi termini di "intimidazione". Perché l’intenzione è dire "agli organizzatori, alle famiglie che frequentano queste iniziative, agli atleti che vengono da tutta l’Italia per partecipare alle nostre gare e alle nostre granfondo che questa cosa non si può fare e c’è il rischio di farsi male".

La Larghetti punta l’indice contro "chi pensa che le strade siano di proprietà esclusiva di chi va in auto". Mentre il Codice della strada "le definisce luoghi per la mobilità di veicoli, persone e animali, come è stato per migliaia di anni". Chi semina puntine, sostiene la Larghetti, "lo fa come difesa nei confronti di quella che ritiene l’arroganza dei ciclisti, rovesciando quindi la realtà quotidiana". Certo, "ci sono anche ciclisti arroganti e maleducati, ma in strada rischiano comunque la pelle, chi va in auto no". Ma "alle intimidazioni – avverte Santori – rispondiamo quadruplicando le domeniche ciclabili e raddoppiando gli eventi sul territorio, perché per noi portare il ciclismo sulle nostre strade più belle significa valorizzare il territorio, uno stile di vita sano e una mobilità sostenibile che deve essere sempre più sicura".

Luca Orsi

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