Quarto: "Ecco il piano anti-graffiti"

La soprintendente: "Useremo solventi e rimuoveremo le scritte ingiuriose. E una pellicola che salvi la vernice"

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di Nicoletta Barberini Mengoli

Il problema dei graffiti e dei relativi vandalismi occupa quasi quotidianamente le pagine dei giornali. I grandi e scomodi imbrattatori continuano le loro azioni e la città precipita sempre più nel degrado. La notizia delle scritte no vax contro l’Ordine dei Medici conferma la tesi che non basta sporcare, ma si deve anche offendere con parole forti coloro che ci hanno fatto superare la pandemia.

Soprintendente Alessandra Quarto, a che punto siamo con i provvedimenti?

"Con il Comune ci confrontiamo molto spesso. Sta cercando di capire con i legali come comportarsi per ricevere un’autorizzazione dai privati, dai proprietari delle case imbrattate dai graffiti nel momento in cui si dovesse intervenire. Il Comune deve comunque chiedere i loro permessi. Visto che si farà un ampio progetto sulla questione graffiti e su come procedere, tutti devono partecipare per migliorare la situazione".

Quindi da queste riunioni uscirà un protocollo di intesa?

"Certo, ma non è una cosa che si conclude in fretta".

Quale tipo di protezione adopererete?

"Sulla facciata compromessa useremo una pellicola che salvi la vernice sotto che ha coperto il graffito".

I portici sono patrimonio Unesco, si può fare qualcosa in più per preservarli?

"Anche questo è nel progetto ad ampio raggio che partirà da una zona pilota, per poi allargarsi a tutta la città. Con il Comune stiamo lavorando bene: Bologna rappresenta le varie tipologie dei portici nel mondo e vogliamo custodirli".

E il portico dei Servi ripulito con diverse mani di colori…

"Verrà risistemato, si toglieranno con un solvente i graffiti o le scritte ingiuriose, poi s’invernicerà uniformemente e si darà sopra il protettivo".

Tempo fa si parlava della chiesa di San Nicolò, come procede la cosa?

"Ci riferiamo alla chiesa di via San Felice 41 di proprietà privata, sconsacrata e vincolata. È ridotta quasi a un rudere, in più non ha il tetto. È in vendita da diversi anni ed è stata messa all’asta, inevasa, forse perché ha un vincolo ed è in condizioni pessime. Ho provato a parlare con il Comune per vedere se fosse interessato ad acquistarla, a sistemarla e a cambiare eventualmente la destinazione d’uso: ci dobbiamo aggiornare. Troveremo una soluzione".

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