Quattromila voci in piazza: "Scioperiamo per dare un futuro a questo Paese"

La protesta dei lavoratori dell’istruzione, dei trasporti e degli enti pubblici. I sindacati: "Manovra indifendibile". Chiuse 200 scuole tra città e provincia.

Quattromila voci in piazza: "Scioperiamo per dare un futuro a questo Paese"

Quattromila voci in piazza: "Scioperiamo per dare un futuro a questo Paese"

"Uno sciopero di merito per far capire al governo che esiste una parte del Paese in sofferenza e in una situazione di reddito drammatica. Contro un’ingiusta manovra di Bilancio, per dare un futuro a questo Paese, per difendere la Costituzione e il diritto di sciopero". È l’annuncio di Michele Bulgarelli, segretario Cgil Bologna, e Marcello Borghetti, segretario regionale Uil, ai quasi 4.000 lavoratori dei settori della conoscenza, dei trasporti e degli enti pubblici presenti in una piazza del Nettuno color rossoblù. "Una manovra indifendibile", dice Bulgarelli, che "non affronta il calo del potere di acquisto, non contrasta l’evasione, peggiora la legge Fornero, non migliora le condizioni dei giovani e fa cassa sulla previdenza", afferma Borghetti.

Disagi contenuti nel caso dei trasporti. Lo sciopero dalle 9 alle 13 non ha coinvolto gli aerei e, nel caso di Tper, i bus sono passati regolarmente. In stazione si sono riscontrati piccoli ritardi nel traffico ferroviario e alcuni treni regionali cancellati. Nonostante la precettazione del ministro dei Trasporti Matteo Salvini – o "Precetto La Qualunque", com’è stato chiamato dai manifestanti, ispirati dal personaggio di Antonio Albanese –, secondo Bulgarelli "il ministro ha fatto scattare un moto di orgoglio" nei manifestanti.

"Una piazza che chiede giustizia contro una manovra che indebolisce i più fragili, i giovani, la sanità, le scuole, le donne e i lavoratori, che non contrasta l’evasione fiscale e che non dà risposte sul tema della povertà educativa", afferma Federica Mazzoni, segretaria provinciale del Pd. Il prossimo sciopero sarà venerdì, con appuntamento alle 9 in piazza XX settembre.

Lo sciopero ieri ha portato alla chiusura di circa 200 plessi nell’area metropolitana. Esultano per l’adesione di docenti e dade sia Serafino Veltri, segretario regionale Uil Scuola, sia Gabriele Caforio, segretario Flc Cgil Bologna. E, anche nelle scuole rimaste aperte, "il servizio non è stato garantito", confermano all’unisono parlando di "buona adesione". La scuola ha incrociato le braccia, spiega Caforio, "per il diritto all’istruzione e alla formazione, per un salario dignitoso, contro l’autonomia differenziata, la privatizzazione della conoscenza, per la stabilizzazione del precariato, per il diritto allo studio". Tre i presidi organizzati da Flc Cgil: Cnr di Bologna, Ipsas Aldrovandi – Rubbiani e Unibo, oltre a piazza del Nettuno. "Tra le tante adesioni – osserva Veltri – molti collaboratori scolastici, che hanno rinunciato a una giornata di lavoro per protestare, pur avendo gli stipendi più bassi della pubblica amministrazione e dell’istruzione".

Giovanni Di Caprio

Federica Gieri Samoggia