"Quella ragazza è come Satana" Le accuse del ‘fidanzato’ 45enne

Per Arma e Procura l’uomo, a conoscenza dell’indagine, ha tentato di depistare gli investigatori. Nel mirino altri 15 e tre appartamenti in pieno centro. "Alle serate anche le figlie di noti professionisti"

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C’erano altre abitazioni (e non solo) come Villa Inferno. E nel giro dei festini a base di sesso e droga anche figlie di noti professionisti di Bologna. Materiale sul quale sta cercando di fare luce l’inchiesta coordinata dal pm Stefano Dambruoso – sono almeno altre 15 le persone nel mirino – che oggi conta otto indagati con accuse, a vario titolo, che vanno dallo spaccio, all’induzione alla prostituzione e pornografia minorile. E tutto poggia le basi sulle dichiarazioni della 17enne, la ragazza al centro dello scandalo. La prima a raccontare "come a casa di Davide Bacci, spesso si svolgono incontri per consumare cocaina e fare sesso, tanto da essere conosciuta come Villa Inferno".

Altre case. E se quella di Pianoro era il fulcro, attorno ruoterebbero altri luoghi dei festini. Abitazioni private, tre in particolare, nel pieno centro storico di Bologna dove "ho consumato cocaina – ancora la minorenne – anche insieme ad altri". E dove, poi, sarebbero stati consumati rapporti sessuali. Dicembre 2019, uno degli indagati (U.M., 42 anni, obbligo di firma) "contattò al telefono Bacci – spiegò la giovane ai carabinieri il 14 luglio – che era in un bar con tre ragazze e lo ha invitato a venire". Nell’abitazione si sta festeggiando un compleanno con altre persone, tra cui Luca Cavazza, ex politico e capo ultras della Virtus, ora ai domiciliari. Alcuni "misero a disposizione della cocaina e quando Bacci arrivò con le ragazze, c’è stato un inizio di possibile attività sessuale di gruppo che però non si concluse perché non tutti lo volevano". Così Bacci e le ragazze, "sono andati a Villa Inferno".

Altra serata, altra festa nell’abitazione di M.M. (indagato con obbligo di firma): "Eravamo in cinque, dopo esserci fatti di coca, abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali". Ad alcuni di quegli incontri, sempre stando alla denunciante, c’erano anche le figlie, poco più che ventenni, di noti professionista della città. "Io ero la più giovane – continua nello stesso verbale la parte offesa – del circuito di Cavazza, ne ero consapevole, mi utilizzava per accedere alle feste dove si sarebbe consumata coca, per assumere lui gratuitamente e poi offrire me per attività sessuali. Io accettavo perché volevo la coca".

"Lei, Satana". Poi c’era P.R., 45enne immobiliarista, che con la denunciante ebbe "una relazione continuativa, fino a quando – dirà lei – mia madre ha raccontato la situazione ai carabinieri". Proprio l’uomo – che non ha nulla a che vedere con le feste di Villa Inferno –, grazie ad alcune fonti vicine agli inquirenti, scoprì che su Villa Inferno era stato aperto un fascicolo. E da quel momento, per Arma e Procura, cercò di sviare le indagini. Polizia e carabinieri, dirà in una delle conversazioni intercettate, "sanno di questa abitazione (Pianoro) e prima o poi faranno una retata". Qualcuno di "questi tizi (i frequentatori, ndr) si sono messi in contatto con i carabinieri... perché si chiama induzione alla prostituzione minorile, ci sono dei reati belli pesanti". Infine sulla ragazza di 17 anni: "Ha enormi problemi di cocaina..., è Satana e vuole portare tutti a quello che è il suo scopo...dilaniarsi...devastarsi".

Nicola Bianchi

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