"Chiuso per ferie". Come ogni anno, la settimana di Ferragosto, questa frase è la più letta sulle saracinesche di tutto il Paese ed è sinonimo di riposo per gli esercenti della città. Questo 2024 non fa eccezione, tuttavia, almeno ad occhio, qualcuno ha deciso di restare aperto anche in questi caldi giorni di piena estate. In giro per Bologna sono tante le serrande dei negozi chiusi con cartelli, fogli stampati che indicano un periodo di pausa e la successiva riapertura qualche giorno dopo. Questa settimana il 25% dei negozi del centro rimarrà aperto, il 20% in periferia, dato omogeneo sia per l’alimentare che per le altre categorie. Per quanto riguarda i ristoranti in città, invece, ne resta aperto uno su tre. In Appennino tutti aperti, così come - quasi scontato - il 90% degli alberghi. "Rispetto allo scorso anno – riferisce Giancarlo Tonelli, direttore Ascom Bologna – c’è stato un calo di aperture del 5%, dovuto alla difficoltà di trovare personale e quindi alla scelta di far svolgere le ferie ai propri dipendenti per poi averli riposati da settembre". Un modo per Ascom anche di dare continuità all’iniziativa per la sicurezza ’Porte Aperte’, in collaborazione con il Resto del Carlino, durante la settimana del 15 agosto. "Le attività che hanno deciso di restare comunque aperte per Ferragosto offrono un servizio a chi rimane a Bologna e ai turisti, riaffermando anche in questi giorni il ruolo del commercio come presidio sociale".
Chi invece chiude capita che lasci cartelli con messaggi simpatici rivolti ai clienti, come quello che recita: "Vi penseremo anche in vacanza, statene certi". Le ferie sono più o meno brevi: quasi tutti sono via almeno una settimana, i più ‘fortunati’ anche due.
Camminando in piazza Maggiore, salta all’occhio come tutte le persone cerchino l’ombra, sedute sugli scalini della basilica di San Petronio oppure all’interno del cortile di palazzo d’Accursio. Tutti evitano di friggere in mezzo alla soleggiata e calda piazza. E lo stesso discorso vale per chi si ferma a maniare qualcosa: si cercano le zone più ‘fresche’ e di ombra, anche per consumare nei dehors di bar e ristoranti. Tra queste ’vie ombrate’ e sferzate da un lieve venticello che arriva direttamente dai Colli, c’è l’inizio di via D’Azeglio, dove sono concentati la maggior parte dei negozi, appena dopo piazza Maggiore.
Subito si nota come molte attività, soprattutto catene o ristoranti e anche qualche bottega a conduzione familiare, hanno deciso di restare aperte. Ad attrarre particolarmente i visitatori stranieri è lo store del Bologna calcio. Secondo Confesercenti, anche grazie all’aumento del turismo, "l’impressione degli anni passati, di una città in vacanza, non c’è più. Anzi, benché quest’anno i dati siano in linea con quelli degli anni passati, sembrano essere sempre di più i negozi aperti". Il motivo? "L’apertura di grandi centri commerciali e delle catene che popolano il centro – fa sapere Loreno Rossi, direttore di Confesercenti Bologna –. Certo, qualche attività ancora chiude, non solo la gioielleria, il negozio di abbigliamento o la bottega a conduzione familiare, ma anche il ristorante". Anche se, in realtà, chi va in ferie, secondo l’associazione che racchiude i diversi esercizi del commercio, lo fa per un motivo: "I cantieri – chiude Rossi –. In quelle zone, anziché tenere aperto col rischio di non vedere entrare nessuno, si preferisce prendere dei periodi di pausa più lunghi, anche fino a fine mese. Oppure, chi ha una bottega a conduzione familiare è solito alternarsi: prima va in ferie uno e poi va in ferie l’altro e ci si organizza in questo modo".