"Questa Virtus ci sta facendo vivere un sogno"

Finale playoff, tifosi tra estasi e scaramanzia dopo il 2-0 su Milano. E sul Web spuntano i fotomontaggi che celebrano Teodosic & Co

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di Francesco Zuppiroli

Bologna oggi è un film in bianco e nero. Un film iniziato con la prima puntata il 5 giugno al Mediolanum Forum e continuato lunedì sera. Stessa storia, stesso posto, stesso risultato. La Virtus Bologna ha conquistato Milano, in entrambe le occasioni della finale scudetto di basket, portandosi a due partite dalla riconquista del tricolore dopo vent’anni precisi dall’ultima volta. Vent’anni anche burrascosi, che ora ballano nella memoria di un intero popolo di fede virtussina. E sotto le Due Torri le anime bianconere ribollono, oggi che alle 20.45 la serie di finale arriverà in città per una gara-3 in cui la truppa di Sale Djordjevic potrebbe mettere un terzo pesantissimo sigillo nel tentativo di ipotecare lo scudetto. Ma guai ad abusare di questa parola. Per alcuni è prematuro, per tanti è di malaugurio.

Dopo l’entusiasmo infatti, lo stato d’animo dominante ora nel popolo bianconero, compresi i 2.500 che saranno oggi in Fiera, è la scaramanzia. Il timore che le Aquile si trasformino in uno stormo di gufi o che il tonfo dal paradiso di un 2-0 nella serie possa essere più bruciante della caduta di Lucifero. Basta fare un giro per la piazza del web per rendersene conto. Nei gruppi Facebook e pagine Instagram, il dilemma del virtussino è qualcosa che farebbe sbiancare Amleto. "È ragionevole iniziare a sognare, oppure è meglio aspettare ancora?", scrive un utente sul gruppo ‘la Virtus nel cuore’. Anche per questo, dai Forever Boys al Vecchio Stile, lo zoccolo duro della tifoseria bianconera preferisce non fare le carte alla serie, ma piuttosto seguire la via di Epicuro e fare dell’attimo la gioia più grande. Un attimo in cui gli eroi hanno nomi e cognomi. Nello specifico, i nomi e cognomi di chi in queste prime due partite contro il fu bianconero Ettore Messina la voce grossa in campo l’ha fatta per davvero. Alessandro Pajola, Pippo Ricci e Milos Teodosic i più celebrati nelle pagine e gruppi bianconeri. Ma c’è anche chi non dimentica di inquadrare questo momento come "la rivincita di Djordjevic". Lui che per 36 ore aveva persino smesso di guidare questa Virtus e che ora invece la sta spingendo sempre più vicino all’impresa.

Materiale da film, appunto. E infatti c’è chi come Jacopo Torriglia, grafico freelance, ne approfitta per andare oltre l’omaggio, producendo fotomontaggi che sostituiscono i protagonisti di kolossal cinematografici o di opere d’arte con i volti dei protagonisti della cavalcata. Dalla febbre social alle voci dei tifosi, che ora contano i minuti che li separano dalla prossima palla a due e da un possibile sogno, che non sia solo da accarezzare. "La prima volta che ho visto la Virtus a palazzo avevo 11 anni ed era la per la finale persa con Siena – racconta Marco Fiorentini –. Rivedere ora una finale dopo così tanto tempo ed essere in vantaggio 2-0 riporta grande entusiasmo e voglia di farcela". "Sono rimasto stupito dal cambio di mentalità della squadra fra quarti e semifinale – analizza invece Luca Porcino –. Contro Brindisi si è visto un cambio di passo e lì ho pensato che giocando così sicuramente non sarebbe stata una disfatta con Milano. Da qui ad essere avanti 2-0 nella serie però non me lo sarei mai aspettato". Emozioni a tratti anche "indescrivibili – così Giorgia Tinarelli –. Nelle ultime finali della Virtus ero piccola e vederle ora, con la consapevolezza che ti stai giocando tutto è bellissimo. Non è una cosa scontata dopo avere seguito la squadra anche in A2. Sarò presente con mia sorella a entrambe le gare a Bologna e speriamo che si arrivi al traguardo".

Da parte della Virtus una dimostrazione di forza e "di valore anche grazie a un grande allenatore come Djordjevic – pensa Riccardo Bonaga –. Abbiamo trovato la quadratura del cerchio. La mentalità è cambiata e c’è un impatto difensivo molto diverso. I ragazzi ci stanno facendo vivere un sogno e speriamo di diventare degli habitué di nuovo di questo palcoscenico". Un palcoscenico che mancava dal 2001 e che "permetterebbe di tornare a vincere dopo vent’anni – sottolinea Elia Quarantotto –. Vorrebbe dire gratificare gli investimenti della proprietà ed elevare di nuovo tutto il movimento cestistico bolognese".

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