Sicurezza Bologna, il questore pronto a estendere i Daspo

Bernabei: “Possibile utilizzarli anche vicino a ospedali, mercati e teatri”. Giro di vite per allontanare dai luoghi sensibili i molestatori seriali

Il questore di Bologna Gianfranco Bernabei

Il questore di Bologna Gianfranco Bernabei

Bologna, 12 febbraio 2019 – «Siamo ancora nelle prime fasi applicative, ma è stata estesa la possibilità di utilizzare i Daspo anche nelle vicinanze degli ospedali, dove ci sono fiere o mercati e nei luoghi dedicati agli spettacoli. Su Bologna, abbiamo fatto già molto in Montagnola e in stazione, ‘disintossicando’ queste zone anche attraverso l’utilizzo di questo strumento. Che ora potrà essere allargato ad altre aree delicate». È il questore Gianfranco Bernabei a delineare, alla luce della nuova normativa, le possibili applicazioni future del Daspo in città. Una misura che va a sanzionare le condotte in qualche modo moleste, imponendo ai soggetti a cui viene notificata l’allontanamento dalla zona in questione.

Questore, c’è già un’idea delle prossime aree a cui estendere il Daspo?

«Le stiamo verificando in base alle segnalazioni e agli esposti dei cittadini e la misura, ovviamente, verrà utilizzata in aggiunta a servizi specifici di controllo del territorio. Per quanto riguarda le nostre attività, abbiamo incrementato il monitoraggio di alcune zone, come vicolo Bianchetti e il parco Mattei in zona Navile, per dare respiro ai residenti che ci hanno in più occasioni manifestato le loro difficoltà».

A chi viene applicato il Daspo?

«Ad esempio ai parcheggiatori abusivi degli ospedali o della zona Fiera, ai facchini abusivi della stazione o ai venditori abusivi, quando parliamo di mercati. Il cosiddetto ‘mini-Daspo’, in Montagnola, dove il problema erano gli spacciatori, si è aggiunto a denunce e arresti».

È soddisfatto dei risultati ottenuti in Montagnola?

«Molto, possiamo dire di aver restituito il parco alla città. Ma adesso il nostro impegno continua, anche attraverso i servizi organizzati durante i giorni di mercato, tra piazza VIII Agosto, via Irnerio e le strade limitrofe, sempre con l’obiettivo di contrastare lo spaccio».

Alla stazione c’è ancora da fare?

«La situazione è migliorata parecchio anche qui, grazie ai servizi congiunti con la Polfer e alla presenza della vigilanza privata. Adesso, con l’installazione dei varchi in progetto, potrebbe alleggerirsi ulteriormente».

Sono stati molti i Daspo eseguiti nello scorso anno?

«I Daspo del questore, che vengono applicati qualora un soggetto sia inottemperante al ‘mini-Daspo’ prefettizio, sono stati 14 nel 2018. I fogli di via obbligatori, invece, sono stati 260. La differenza è che il Daspo attiene a una zona della città, il foglio di via è esteso a tutta l’area metropolitana».

Anche le espulsioni sono state incrementate...

«I rimpatri sono aumentati in particolare negli ultimi mesi, grazie alla possibilità, contemplata nel decreto Salvini, di allungare i tempi di fermo per consentire lo svolgimento di tutte le questioni burocratiche legate all’espulsione dei soggetti. Dalla convalida del giudice di pace, alle procedure con il consolato di competenza, fino all’individuazione dei voli con cui accompagnare nel paese d’origine i destinatari del rimpatrio. Una serie di incombenze che prima era più complesso completare a causa dei tempi tanto stretti. E le espulsioni, in un quadro di microcriminalità come quello bolognese, sono la soluzione migliore».

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