Investimenti, innovazione e attaccamento al territorio. Sono queste le parole chiave del panel che ha visto dodici imprenditori raccontare la propria storia aziendale con uno sguardo al futuro. C’è chi ha fatto nascere la sua azienda in un garage, sul modello della fortunata Apple d’Oltreoceano; il colosso del tabacco che ha scommesso sull’innovazione; chi ha fatto dell’attaccamento al territorio la sua cifra.
Ne sa qualcosa Alessandro Cillario, co-fondatore e co-ceo di Cubbit che – con altri amici – ha creato dall’appartamento sfitto di uno zio in via San Vitale, in pieno centro città, un’azienda con 50 dipendenti che ha il suo core business nella protezione dei dati. Continua a investire, invece, Philip Morris. "Stiamo lavorando per costruire un futuro senza fumo eliminando le sigarette proprio grazie ai prodotti senza combustione realizzati nella nostra fabbrica di Bologna, e a breve saremo pronti per annunciare ulteriori nuovi importanti investimenti che porteranno in Italia ancora una volta centinaia di nuovi posti di lavoro", annuncia Marco Hannappel, presidente e ad di Philip Morris Italia. "Una svolta per festeggiare il sessantesimo anniversario della nostra presenza in Italia e che parte proprio da Bologna nel 1963 e oggi conta 40.000 persone in tutta Italia attive in agricoltura, industria e servizi", spiega, ricordando la "trasformazione mostruosa" dalla sigaretta che si vedeva nei film con Humphrey Bogart.
Parlano di "orgoglio emiliano" sia Marco Palmieri, fondatore, ad e presidente di Piquadro, sia Claudio Domenicali, ad di Ducati Motor Holding.
"Qui c’è la matrice emiliana di fare impresa. E qui siamo quasi tutti leader. L’attaccamento al territorio è importantissimo", ricorda Palmieri di Piqaudro.
"Nella Motor valley amiamo la cose belle e ben fatte. Siamo un unicum al mondo... È stato un anno molto buono, ma vogliamo investire di più. Per questo – dice Domenicali di Ducati – è importante attrarre talenti. E, in questo, la sinergia con l’università è fondamentale".