Bologna, "Patrick è malato, va curato negli Usa. Chiediamo aiuto"

La fidanzata Luciana lancia una raccolta fondi sul web per tentare cure sperimentali negli Usa

Patrick Majda e la fidanzata Luciana Grieco

Patrick Majda e la fidanzata Luciana Grieco

Bologna, 10 febbraio 2019 – Viene dalla Polonia Patrick Majda, ma vive a Bologna fin da bambino. Quarant’anni, un lavoro da operaio meccanico, la passione per lo sport e una compagna di vita, Luciana Grieco. Anche lei, arrivata sotto i portici per studiare, non ha più lasciato la città, dove esercita la professione di avvocato. Due vite che si incontrano, due anni fa, ballando il tango, grazie ad amici comuni. «Un ragazzo solare, sempre di buon umore, è il gentiluomo che ti apre lo sportello della macchina», lo descrive lei.

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Poi, nel 2018, la prova più dura: la malattia di Patrick. Un tumore del colon, un adenocarcinoma mucinoso, che, dopo un intervento chirurgico e cicli di chemioterapia, non è ancora stato sconfitto. E così Luciana ha lanciato una richiesta d’aiuto sul web: una raccolta fondi su ‘GoFundMe’ per tentare cure sperimentali negli Usa e dare una possibilità a Patrick. Per continuare a immaginare un futuro. La cifra è alta – 500mila euro – e in pochi giorni ne sono stati raccolti oltre 15mila. Il tempo stringe, «ma se saremo tanti, anche un piccolo sforzo può diventare un grande aiuto». E tantissimi stanno rispondendo in queste ore.

Tutto inizia nel novembre 2017. Prima la corsa al Pronto Soccorso del Maggiore per la comparsa di dolori addominali: «Tornammo a casa, ma poi Patrick fece accertamenti su consiglio del medico di base perché i disturbi non passavano – continua Luciana –. A inizio 2018 è stato diagnosticato il tumore maligno, con metastasi al fegato e Patrick è stato operato d’urgenza al Maggiore». Un intervento «molto pesante, ma riuscito, poi seguirono delle complicazioni e Patrick è stato in coma cinque giorni. Ha recuperato in modo incredibile, ha avuto una grande forza».

E così, a maggio scorso, dopo la riabilitazione, iniziano i cicli di chemio al Bellaria, fino a dicembre, quando il tumore torna a manifestarsi. «Le complicazioni seguite all’intervento impongono a Patrick l’assunzione di farmaci anticoagulanti che impediscono l’accesso ad altre cure che si potrebbero fare anche qui – continua Grieco –. Le caratteristiche del tumore non rendono possibili né la radioterapia, né l’immunoterapia. I medici a gennaio ci hanno detto di iniziare a guardare anche altri centri. Per noi è stato disarmante».

E così Luciana continua la sua lotta e ora la speranza abita in Pennsylvania, al Penn Medicine’s Abramson Cancer Center di Philadelphia. «Ci hanno sottoposto ben tre protocolli sperimentali, ma i costi sono spropositati e l’importo va versato subito. Così ho pensato a questa piattaforma: ho cercato su Internet, perché in questi casi, quando si chiedono pareri, ci si sente un po’ abbandonati». «Siamo stati anche all’Istituto nazionale tumori di Milano, dove il nostro caso potrebbe rientrare in un protocollo sperimentale in partenza: ma la speranza al momento è flebile. E noi non possiamo aspettare». Anche perché «Patrick ha tantissima voglia di lottare, ma è stremato dal dolore e dai fallimenti delle cure. Quando gli è stato diagnosticato il cancro avevamo iniziato a provare ad avere un bambino e abbiamo dovuto mettere da parte questo progetto. Ora abbiamo bisogno che lui guarisca per poter andare avanti con la nostra vita».

Ecco l'indirizzo: https://ca.gofundme.com/una-speranza-per-patrick

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