Raccolta frutta a Bologna, è allarme manodopera: "Buttati 15 quintali di ciliegie"

La denuncia di Confagricoltura Bologna. Il personale "non si trova" e prelevare il prodotto dagli alberi diventa una missione impossibile. La testimonianza: "Mio padre, a 80 anni, si è rimboccato le maniche e ha cercato di aiutarmi"

Ciliegie

Ciliegie

Bologna, 13 luglio 2022 - La crisi economica e il conseguente aumento dei costi di produzione, la siccità e la mancanza di manodopera rischiano di mettere in ginocchio l'agricoltura. È questo l'allarme lanciato da Confagricoltura Bologna, soprattutto in questo particolare periodo che segna il clou della campagna della raccolta della frutta estiva e che ha messo in evidenza tutte le problematicità del momento, in particolare la carenza di lavoratori, che sta procurando danni economici alle imprese agricole e che si riverberano su tutta la filiera, fino al consumatore finale.

"La mia azienda agricola è stata costretta a buttare oltre 15 quintali di ciliegie - afferma Andrea Cavani, produttore frutticolo di Bazzano associato a Confagricoltura Bologna –. Il calendario di raccolta non fa sconti, i frutti sono da staccare quando giungono a maturazione e purtroppo non ho trovato le risorse necessarie per completare le operazioni nei tempi che detta la natura.  Per cercare di limitare i danni e di evitare ulteriori sprechi ho fatto il possibile, tutti i membri della mia famiglia si sono prodigati nella raccolta, compreso mio padre che, a 80 anni, si è rimboccato le maniche e ha cercato di aiutarmi. Da una parte mi ha colpito la sua dedizione e lo spirito di sacrificio, raccogliere le ciliegie con oltre 30° gradi di temperatura non è certo un gioco da ragazzi - spiega l’imprenditore agricolo bolognese - dall’altra ho invece capito che siamo vicini a un punto di non ritorno per quanto riguarda il reperimento della manodopera. Fino a 2 anni fa il problema era esiguo, mentre adesso rischia di mettere in seria difficoltà qualsiasi azienda agricola. Se non raccogli non vendi e non hai marginalità per l’impresa, l’equazione è purtroppo molto semplice”.

Alla base della mancanza di manodopera tante possono essere le cause: dalla pandemia, che ha reso più complicati gli spostamenti dei lavoratori stranieri, alle difficoltà burocratiche relative al Decreto flussi 2021, fino al reddito di cittadinanza e all'aumento di assunzioni in altri settori come quello edile.

"Il nostro obiettivo è quello di cercare di arginare il più velocemente possibile questa situazione, che sta arrecando danni non solo a tutta la nostra filiera produttiva, ma anche agli stessi consumatori. Non riuscire a raccogliere la frutta perché non si hanno persone a sufficienza rende ancora più frustrante l’intera situazione - spiega Guglielmo Garagnani, presidente di Confagricoltura Bologna -. Vogliamo operare in sinergia con le Istituzioni per sensibilizzare coloro che utilizzano la Naspi o il reddito di cittadinanza e spiegare che, con il lavoro stagionale, a certe condizioni, questi ammortizzatori sociali non cessano di funzionare, ma vengono semplicemente messi in pausa, prima di ritornare attivi quando termina il rapporto di collaborazione. In molti non conoscono queste procedure e rinunciano così alle proposte di lavoro che arrivano dalle nostre aziende agricole".

 

 

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