Bologna, 24 settembre 2024 – Per stroncare l’escalation ben venga anche "l’arresto in flagranza di reato differito", come proposto dal ministro Orazio Schillaci, e più in generale "sì alla proposta di una task force" appoggiata anche dalla Cgil. È l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, a fare il punto sul fenomeno purtroppo in crescita delle aggressioni a medici e infermieri.
Assessore Donini, ha parlato con il questore sulle soluzioni per evitare nuove aggressioni al personale sanitario?
"Eravamo insieme per presentare un progetto di prevenzione sanitaria. Ho capito che la sicurezza del personale sanitario abbia la priorità nei suoi impegni. Per me è così. E’ intollerabile la violenza sui sanitari. Va potenziata l’azione repressiva e fatto subito qualcosa per la riduzione del rischio".
Si parla tanto di pulsanti d’allarme o braccialetti elettronici per il personale, sono soluzioni percorribili? C’è un’interlocuzione con il ministero?
"Penso che siano utili tutte le procedure che possano accelerare l’intervento delle forze dell’ordine, ma anche potenziata la pena a carico dei violenti"
Come si abbassa la soglia di pericolo?
"Intervenendo logisticamente nell’ambito dei reparti più esposti, come i Pronto soccorso. Nessuna tolleranza rispetto a questi atti. Quindi ok anche l’arresto in flagranza di reato differito. Tutto ciò che si può fare sulla repressione, lo ripeto ancora una volta, va fatto".
La Cgil ha lodato l’idea di una task force sul tema, proposta dalla consigliere comunale Roberta Toschi. Lei cosa ne pensa? C’è bisogno di risorse?
"Ovvio. Ma non possiamo aspettare per molto tempo le risorse che chiediamo e che per ora non stanno arrivando . Disponibile a ragionare subito sulla proposta della Cgil".
Da più parti vengono invocate nuove assunzioni per medici e infermieri per rimpolpare gli organici, c’è qualche spiraglio nel breve?
"Noi quest’anno, anche se siamo in difficoltà economiche, garantiremo il 100% del turnover. Ma il tema delle risorse in sanità per pagare di più i sanitari ed assumerne di più esiste. Occorrono 5 miliardi all’anno in più per i prossimi quattro anni sul fondo nazionale altrimenti la sanità pubblica non ce la farà. Bisogna mettere il tema al primo posto in agenda. Dopo vengono gli altri interventi. Daremo battaglia nella prossima legge di Bilancio".
I medici di base emiliano-romagnoli hanno proclamato lo stato d’agitazione, dicendosi pronti allo sciopero.
"Per quello che riguarda le questioni di natura sindacale, ci saranno sicuramente incontri nei luoghi deputati. Per quello che riguarda il loro disagio, lo comprendo non da oggi. So che è un periodo difficile anche per chi svolge quel tipo di attività, alcune soluzioni passano inevitabilmente anche da provvedimenti di natura nazionale. Sicuramente mi farò portavoce di questa situazione che riguarda la medicina di base, che necessita una riorganizzazione tesa da un lato a consentire il miglior svolgimento possibile della loro professione, dall’altro a consentire una migliore accessibilità, oggi spesso difficoltosa, al servizio da parte dei cittadini".