Ragazzino di 11 anni rapinato a Bologna: "Mi ha pestato, ora ho paura"

Il fatto in via Alfieri, la mamma: "Spero si lasci questo trauma alle spalle" Indagini della polizia in corso per individuare il trentenne autore della violenza

Il ragazzino è stato aggredito per il cellulare (foto d'archivio)

Il ragazzino è stato aggredito per il cellulare (foto d'archivio)

Bologna, 11 dicembre 2022 - "Avrei voluto tirargli un pugno, perché nel mio cellulare c’erano tutte le mie cose". Alessio (il nome è di fantasia) adesso ha un po’ paura a uscire per le strade della Bolognina. Lunedì sera, in via Alfieri, il ragazzino di 11 anni è stato rapinato del telefonino e preso a calci e pugni da uno sconosciuto, poi fuggito in bicicletta. "Venerdì pomeriggio – racconta la mamma – l’ho mandato a comprare una cosa sotto casa, per dargli un motivo per uscire, per fargli superare la paura, perché non deve farsi vincere dai timori. Io lunedì sera sono invecchiata di vent’anni in un minuto. E anche adesso sono preoccupata".

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Il ragazzino, sostenuto dalla mamma, ripercorre, attimo per attimo, quei minuti terribili vissuti lunedì sera, mentre tornava a casa dopo aver passato il pomeriggio con i suoi amici: "Ho notato questa persona che ci seguiva in bicicletta – dice Alessio –. Io ero al telefono e quando ho salutato i miei amici e svoltato per la via di casa, dove in quel momento non stava passando nessuno, lui mi è venuto addosso, strappandomi il telefono". Il ragazzino ha però reagito: "Non volevo che prendesse il mio telefono – racconta – e allora visto che era in bici gli ho dato una spinta per farlo cadere e ho cercato di trattenerlo per il giaccone. Nel buio c’era una signora affacciata a un balcone che ha iniziato a urlare al rapinatore: ‘Lascia il bambino, o chiamo la polizia!’. A quel punto lui mi ha dato due pugni in faccia e sono caduto". E la violenza non si è fermata neppure quando Alessio era già a terra: "Mi ha dato due calci sulle costole, uno sulla schiena. Poi mi ha trascinato per terra e sbattuto la testa contro una macchina. E prima di andarsene mi ha dato altri due calci in testa", ricorda Alessio, che non dimenticherà facilmente la faccia del suo aggressore: "Era grande, forse 30 anni, magro magro e scuro di pelle. Era vestito di nero con un cappellino in testa. Adesso sto così così, ho paura a uscire. E poi penso: se fosse stato armato?".

Quando finalmente il rapinatore si è allontanato, Alessio è stato soccorso dai vicini, che hanno chiamato il 118 e la polizia. Le indagini sono in corso, ma ancora l’uomo non è stato individuato. "Abbiamo deciso di comprare casa qui – racconta la mamma – perché rispetto alla zona di piazza dell’Unità non c’erano grossi problemi di sicurezza. Ci sono gli spacciatori ai giardini, ma mio figlio, come gli altri bambini della zona, sa riconoscerli tanto che spesso sono stati anche lui e i suoi amici a segnalarci situazioni sospette". Adesso, la violenza di quanto accaduto ha cambiato la percezione: "Quello che è successo mi ha colto di sorpresa e sconvolto – dice la donna –. Quell’uomo non stava a posto con la testa. Ora per me l’importante è che mio figlio riesca a superare questo momento, se lo lasci alle spalle. È un bambino sveglio, anche troppo per la sua età. Non avrebbe dovuto reagire a quell’uomo, gliel’ho spiegato. Che il cellulare si ricompra, ma la sua sicurezza è la prima cosa. Lui per noi è la prima cosa".

 

 

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