NICHOLAS MASETTI
Cronaca

Ragazzo ammazzato alla Barca. Identificati i due aggressori, sono indagati a piede libero

Un 31enne italiano e un 29enne tunisino, entrambi con precedenti. Da chiarire le cause della lite. Eddine Bader Essefi, 19 anni, era arrivato in Italia da solo 5 anni fa. Lavorava come aiuto cuoco.

Un 31enne italiano e un 29enne tunisino, entrambi con precedenti. Da chiarire le cause della lite. Eddine Bader Essefi, 19 anni, era arrivato in Italia da solo 5 anni fa. Lavorava come aiuto cuoco.

Un 31enne italiano e un 29enne tunisino, entrambi con precedenti. Da chiarire le cause della lite. Eddine Bader Essefi, 19 anni, era arrivato in Italia da solo 5 anni fa. Lavorava come aiuto cuoco.

Ci sono due indagati per la morte di Eddine Bader Essefi, 19enne tunisino che è stato aggredito e poi picchiato alla Barca nella serata del 25 aprile. Sarebbe stato lasciato inerme su un marciapiede in via Colombi, a due passi da piazza Giovanni XXIII e dal Treno, dove avrebbe avuto inizio una lite, con una dinamica ancora però piena di punti da chiarire. Il tutto prima della corsa in ospedale Maggiore, verso le 22, dopo l’intervento del 118. Fino all’epilogo della tragedia, con la morte del ragazzo avvenuta intorno alla mezzanotte.

Nei guai sono finiti, per ora, dopo l’avvio delle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo, due ragazzi molto più grandi della vittima. Si tratta di un italiano originario del sud di 31 anni e di un tunisino di 29 anni. Persone che Bader conosceva solo di vista. Entrambi hanno precedenti, sono già noti dalle forze dell’ordine. Ed entrambi, al momento, sono indagati a piede libero nell’ambito dell’inchiesta che il pm Andrea De Feis ha aperto per omicidio preterintenzionale. Domani mattina un medico legale svolgerà l’autopsia sul corpo del 19enne e dovrebbero essere chiarite le cause della morte del giovane.

Bader da cinque anni viveva in Italia dopo essere arrivato come minore non accompagnato e dopo essere stato seguito dai servizi per l’accoglienza. Non aveva precedenti e, secondo diverse testimonianze dei residenti della Barca, "non aveva mai dato problemi a nessuno". Lavorava come aiuto cuoco in un locale in via Saragozza, ’Manicarettibo’, dove era apprezzato e benvoluto dai proprietari. Tanto che sabato e ieri l’attività ha tenuto le serrande abbassate con un cartello con scritto "Chiuso per lutto". Dal ristorante hanno portato in via Colombi una orchidea bianca con un biglietto che recita: "Ciao Bader, fai buon viaggio. Da una famiglia di Manicaretti". E il titolare, in lacrime davanti a quel marciapiede che ha ancora macchie di sangue, ricorda Bader: "Lavorava da noi, un bravissimo ragazzo, un sorriso bellissimo. Aveva messo da parte i soldi per il matrimonio della sorella che a giugno si sposa e lui doveva tornare a casa sua in Tunisia (dove risiede la sua famiglia; ndr). Ci ha lasciato un vuoto dentro. Il tutto per una spinta, ma dove siamo arrivati".

Secondo le prime ricostruzioni, infatti, al principio di tutto ci dovrebbe essere una lite scoppiata lungo il Treno, quel portico che percorre via Tommaseo e piazza Giovanni XXIII. Bader è in compagnia della fidanzata di 15 anni. Lì si accende una discussione, il 19enne fugge e viene rincorso dagli aggressori. Iniziano a picchiarlo, anche a più riprese. Fino ad arrivare all’angolo maledetto di via Colombi, dietro la chiesa di Sant’Andrea Apostolo. La ragazza non riesce a seguire Bader mentre si scatena su di lui tutta la violenza. Ma lo ritrova disteso in strada. Chiama subito i soccorsi. Ma due ore dopo il cuore di Bader smette di battere.

Una vicenda su cui i carabinieri continuano a indagare: quello che ancora non è chiaro, soprattutto, è la causa della lite. Da verificare anche le eventuali conoscenze pregresse. Poi sono da stabilire le cause della morte. Nel frattempo, grazie alle prime testimonianze del vicinato e degli amici della vittima il 29enne tunisino, difeso dall’avvocato Luciano Bertoluzza, e il 31enne italiano, assistito dal legale Roberto D’Errico, sono stati identificati e sono stati iscritti nel registro degli indagati.

Sono al vaglio anche le telecamere presenti in zona, soprattutto quella in piazza Giovanni XXIII, davanti alla chiesa della Barca. Un quartiere di periferia che ancora una volta si ritrova coinvolto in un fatto di cronaca dopo che l’8 aprile una donna è precipitata dal balcone nella vicina via Tolstoj e il compagno è tuttora irreperibile. Ma un quartiere che, come ribadito da alcuni residenti presenti nella vicina via Buozzi, "non molla".