Rapina gioielleria Bologna, presi i due banditi

Il tentato colpo risale al 12 febbraio in via D'Azeglio: sono scattati gli arresti domiciliari

La tentata rapina alla gioielleria

La tentata rapina alla gioielleria

Bologna, 28 aprile 2020 -  Sono finiti agli arresti domiciliari i due autori della tentata rapina a mano armata alla gioielleria 'Retro'' di via D'Azeglio a Bologna, avvenuta il 12 febbraio. Ieri, fa infatti sapere la Questura bolognese, gli investigatori della Squadra mobile hanno eseguito, in collaborazione con i colleghi del commissariato di Giugliano in Campania, la misura cautelare emessa dal gip di Bologna, Francesca Zavaglia, nei confronti dei due, il 30enne Roberto De Luca e il 34enne Armando De Biase, entrambi originari di Giugliano.

L'attività investigativa, ricorda la Questura, è iniziata nel primo pomeriggio del 12 febbraio, quando una passante in via d'Azeglio aveva sentito delle urla provenire dall'interno della gioielleria. Subito dopo dal negozio erano usciti "due uomini di bassa statura, uno dei quali aveva detto 'va bene così' per poi allontanarsi in fretta in via Farini, verso piazza Galvani". Il titolare della gioielleria aveva poi confermato quanto riferito dalla testimone, spiegando che verso le 15 i due, che "gli avevano dato l'impressione di essere stranieri, avevano chiesto di entrare nel negozio per visionare meglio un orologio esposto in vetrina".

Ma mentre il gioielliere stava per prendere l'orologio dalla vetrina, uno dei due "lo aveva spinto improvvisamente verso la parete, puntandogli un cutter addosso". Il titolare aveva quindi chiesto aiuto, e il rapinatore, "bloccandolo ancora più energicamente, gli aveva intimato di fare silenzio", mentre il complice "si dava da fare, asportando tutto ciò che era esposto in vetrina". A quel punto, però, il gioielliere era riuscito ad afferrare "una riproduzione di un machete appoggiata sulla scrivania a scopo ornamentale", e colpendo l'uomo che lo bloccava "era riuscito a divincolarsi e ad intimare ai due di allontanarsi".

L'uomo armato aveva quindi lasciato cadere il cutter, cercando senza successo di togliere il machete al gioielliere, e il complice, visto che la situazione si era complicata, gli aveva fatto segno di andare via. A quel punto i due uomini se ne erano andati, ma "le precise descrizioni fornite da vittima e testimone" e l'analisi delle immagini delle telecamere della gioielleria e degli altri sistemi di videosorveglianza "ha permesso agli investigatori di identificarli e di attivare una capillare rete di attivita' per rintracciarli".

E i rapinatori, messi sotto pressione, hanno finito per crollare: De Luca si è infatti presentato alla polizia di Giugliano il 15 febbraio, confessando tutto alla presenza di un legale, e due giorni dopo De Biase ha fatto altrettanto. Visti gli elementi di prova a supporto della ricostruzione fornita alla Procura di Bologna, dunque, il gip ha emesso l'ordinanza di misura cautelare eseguita ieri.

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