Rave in piazza Aldrovandi, i residenti: "Basta, vendiamo la casa"

Il racconto della notte infernale di sabato. Fracasso fino a notte fonda e la strada piena di destriti

Un momento della festa

Un momento della festa

Bologna, 20 settembre 2016 – Il rave party non autorizzato del Cua fa infuriare i residenti di piazza Aldrovandi. Chi sabato notte è rimasto sveglio fino all’alba, a causa della musica e del fracasso causato dagli ‘ospiti’ della festa del Collettivo universitario autonomo, non usa mezzi termini per attaccare l’operato del sindaco Merola e i lavori di riqualificazione della piazza. “Tutti sapevamo che una cosa del genere sarebbe successa prima o poi, era scontata – commenta Antonella Bassani, residente in piazza Aldrovandi –. Questo è solo l’antipasto di quello che ci aspetta una volta che i lavori per pedonalizzare la piazza saranno finiti. Sia chiaro che noi non siamo contro la riqualificazione, ma prima andavano risolti gli annosi problemi di piazza Verdi e via Petroni”. Della serata di sabato, i residenti, oltre a ricordare il rumore assordate e i fuochi d’artificio, hanno ben in mente il mancato intervento delle forze dell’ordine e della Municipale.

I vigili continuavano a ripetere che non potevano intervenire senza il supporto dei carabinieri e quindi nessuno si è fatto vivo, perché c’era troppa gente in strada – dice Enrico Gualandi, avvocato –. Il Comune, in questo modo, sta ammettendo di aver perso la battaglia per sconfiggere il degrado. Io sto pensando di vendere casa e andare via da qui, perché non voglio diventare ostaggio di chiunque utilizzi la zona universitaria per i suoi comodi”. “Ci vorrebbe una volontà politica per risolvere questo problema, ma non c’è – spiega Lorenzo Guerrini, che abita a due passi da piazza Aldrovandi –. Questa è una situazione indegna e sono sicuro che il rave si ripeterà con le stesse modalità”. Tra chi abita in piazza Aldrovandi, allora, c’è chi è deciso a rivolgersi alla Procura, organizzando un esposto con raccolta firme di residenti e commercianti, per verificare la regolarità dei lavori di riqualifica della piazza, ma anche per garantire ai cittadini di poter dormire tranquilli.

“Sabato è stata una notte infernale – ricorda Pietro Baldazzi –. C’era tutta questa gente che arrivava da via Petroni e poi si fermava in piazza a bere, urlare. C’era di tutto e noi siamo francamente stanchi di subire”. Quanto accaduto preoccupa anche i commercianti, che in piazza Aldrovandi hanno i loro chioschi un tempo verdi, ora sporcati da scritte e tag: “Se i nostri clienti dovessero decidere di andare via a causa del degrado, anche noi commercianti saremo costretti a chiudere – conclude sconsolato Roberto Pedrini, negoziante –. Tutto questo non farà altro che far morire questa piazza”.

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