Redditi Bologna, ecco i Paperoni della provincia. Monte San Pietro al top

Ecco tutti i redditi pro capite della città metropolitana

Il sindaco di Monte San Pietro Stefano Rizzoli

Il sindaco di Monte San Pietro Stefano Rizzoli

Bologna, 8 novembre 2018 - Monte San Pietro in testa, Castel d’Aiano fanalino di coda. È la classifica dei redditi medi dichiarati nel 2017 (e quindi riferiti al 2016) nella provincia di Bologna, secondo i dati del ministero dell’Economia e delle Finanze elaborati da Comune e Città metropolitana. Le sorprese non mancano, fin dalla cima: San Lazzaro, dopo anni, non è più il comune con i redditi medi più alti. A superarla è Monte San Pietro, balzata dal quarto al primo posto. Qui i contribuenti hanno dichiarato 29.518 euro, oltre mille in più rispetto ai residenti a San Lazzaro (28.435) e Bologna (27.127). Gli introiti medi della provincia si fermano a 25.083 euro. Sopra questa linea di demarcazione si trovano anche Sasso Marconi (26.637), Zola Predosa (26.459), Pianoro (26.259), Castenaso (26.132), Casalecchio (25.759), Granarolo (25.664) e Ozzano (25.114). Insomma, l’area centrale della Città metropolitana e i colli sono le realtà che fanno volare il reddito medio degli abitanti della Città metropolitana, mentre in Emilia-Romagna le dichiarazioni medie si fermano a 22.736 euro.

Sul boom di Monte San Pietro non riesce a darsi una spiegazione nemmeno il sindaco Stefano Rizzoli: «Non c’è nessuna ragione particolare che possa individuare», ammette. Eppure il balzo è clamoroso: il reddito medio è aumentato del 12,5%, quasi 3.300 euro, in appena un anno. Anche se per Rizzoli Monte San Pietro non è un paese di ricchi: «L’emergenza abitativa non l’ho mai conosciuta da assessore, ma in questi dieci anni da sindaco sì. E i segnali di ripresa sono timidi».

 

In fondo alla classifica, i comuni con redditi medi inferiori alla media italiana di 20.640 euro sono dieci. All’ultimo posto c’è Castel d’Aiano con 18.947 euro: prende il posto di Castel del Rio, che quest’anno è stata eliminata dall’analisi come Castel Guelfo, Fontanelice e Camugnano. Gli altri Comuni più «poveri» sono Vergato, Mordano, Gaggio Montano, Castiglione dei Pepoli, Baricella, Monghidoro, Galliera, Borgo Tossignano e Lizzano. Molti sono in Appennino, la fascia di territorio che ha sofferto di più negli ultimi anni. In montagna, dove il 2016 è ricordato per crisi e vertenze drammatiche, si trovano cinque dei sette municipi che hanno visto calare i redditi: Gaggio Montano, Castiglione dei Pepoli, Lizzano in Belvedere, Monghidoro e Alto Reno Terme.

Ad Alto Reno Terme la flessione più marcata: redditi giù dell’1,62%. Giuseppe Nanni, oltre alle difficoltà della Demm, ricorda le chiusure dell’Hotel delle Acque di Porretta e della casa protetta di Sassocardo, che hanno messo in ginocchio l’indotto. E spera che la tendenza possa cambiare: «Mi auguro che la Demm possa ripartire. E spero che ci sia un interesse per l’Hotel delle Acque: ha 170 camere, basterebbe riempirne metà per fare la differenza a Porretta».

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