MARCO BEGHELLI
Cronaca

Regia, direttore e voci in accordo perfetto

È andata in scena domenica (col debutto della soprintendente Elisabetta Riva) la nuova produzione dell’opera ’Così fan tutte’ che chiude...

È andata in scena domenica (col debutto della soprintendente Elisabetta Riva) la nuova produzione dell’opera ’Così fan tutte’ che chiude...

È andata in scena domenica (col debutto della soprintendente Elisabetta Riva) la nuova produzione dell’opera ’Così fan tutte’ che chiude...

È andata in scena domenica (col debutto della soprintendente Elisabetta Riva) la nuova produzione dell’opera ’Così fan tutte’ che chiude la trilogia mozartiana avviata due anni fa (repliche fino al 1º giugno). Dopo ’Le nozze di Figaro’ del 2023 e il successivo ’Don Giovanni’ che aveva lasciato aperto qualche dubbio nella componente visiva, il regista Alessandro Talevi è tornato a convincere pienamente, continuando a giocare con gli elementi scenici dei titoli precedenti: non particolarmente attraenti per l’occhio, ma di grandissima efficacia narrativa, tanto da farci dire che sin i frequenti movimenti scenografici diventavano parte della drammaturgia mozartiana. Una realizzazione registica offerta al pubblico limpida, chiarissima, che concordava a ogni istante, in ogni gesto, con la parola e con la musica (cosa che dovrebbe essere sempre e non è invece quasi mai). Che l’ambientazione fosse trasposta dal Settecento all’epoca dei ‘figli dei fiori’, diventa a questo punto un dettaglio più curioso che rilevante, perché nulla risultava essere fuori posto. In tanta naturalezza, i cantanti potevano recitare in piena spontaneità, incarnando al meglio i personaggi della commedia. Voci tutte belle, tutte tecnicamente ferrate, che nulla hanno fatto mancare alle esigenze della parte: la sempre superba Mariangela Sicilia come Fiordiligi, una Francesca Di Sauro che sapeva farsi suo perfetto contraltare nella sorella Dorabella, l’impertinente Despina di Giulia Mazzola, la levigatissima vocalità tenorile di Marco Ciaponi come Ferrando, il solido Guglielmo di Vito Priante, l’estroso Don Alfonso di Nahuel Di Pierro, tutti applauditissimi ad ogni aria, ad ogni pezzo d’assieme. A governare il tutto, la bacchetta solida, energica, propulsiva di Martijn Dendievel, che ha trascinato l’orchestra senza un attimo di debolezza, elevandola a livelli superiori. Ma nel contempo il direttore non ha trascurato un solo momento in cui l’indugio, il pianissimo, il suono etereo, la cadenza melodica aggiunta chiedevano il loro spazio, assecondando le voci dei cantanti e degli strumenti negli effetti più preziosi. Fra le repliche dell’opera (da non perdere), vedremo Dendievel nuovamente impegnato sabato sera in un concerto sinfonico al Manzoni (Respighi e Mozart) e da ultimo nella ’Bohème’ a novembre.

Marco Beghelli