Renner, super premio ai dipendenti dell'azienda di Minerbio

Tremila euro a ogni lavoratore. E scatta la causa contro Minganti

Il direttore generale di Renner Italia,  Lindo Aldrovandi

Il direttore generale di Renner Italia, Lindo Aldrovandi

Minerbio (Bologna), 9 febbraio 2019 - Un’altra annata da incorniciare per i 320 dipendenti di Renner Italia. L’azienda di Minerbio, tra i principali produttori internazionali di vernici per il legno, ha chiuso il 2018 con 120 milioni di euro di ricavi (+15%) e, nel corso del 2019, è pronta ad assumere altri 20 lavoratori. Ogni dipendente, intanto, avrà un premio di 2.950 euro, risultato legato non solo alle ottime performance aziendali, ma anche a specifici indicatori di produttività, al welfare e al consolidato in busta paga. Il tutto racchiuso nel contratto di secondo livello concertato con Filctem-Cgil. Non è tutto: nell’ottica del potenziamento degli impianti dedicati alla produzione e al confezionamento delle vernici all’acqua, l’azienda ha inaugurato un nuovo sito di 46mila metri quadrati.

“Un investimento tra immobili e impianti – ha spiegato il dg Lindo Aldrovandi – di circa 5 milioni, mentre l’export nel 2018 ha raggiunto gli 80 milioni. I nuovi impianti entreranno a pieno regime in agosto. La superficie su cui si estende ora Renner Italia raggiunge i 98.000 mq”. Quattro mesi fa Renner aveva aperto i battenti della nuova Academy Hall, 1.600 metri quadri per uffici commerciali, sala applicazione e showroom. Nata 15 anni fa, Renner Italia non ha mai conosciuto un’ora di sciopero: “Negli ultimi 9 anni abbiamo distribuito 20.435 euro in premio a ciascun dipendente – ha aggiunto con orgoglio Aldrovandi –. Se mi chiedono il segreto di questa azienda, mi limito a mostrare la foto di gruppo. Il segreto è impresso sui volti dei lavoratori. Qui tutti vivono l’azienda come casa propria”.

Unica nota stonata in casa Renner rimane l’affaire Tari, che la vede contrapposta al Comune di Minerbio e che avrà una coda in tribunale. L’azienda ritiene infatti che il sindaco Lorenzo Minganti abbia leso l’immagine, l’onore e la reputazione del marchio distribuito in 63 Paesi. Per questo chiede un risarcimento di un milione 158.812 euro da devolvere in beneficenza a un’associazione di volontariato individuata dai giudici. “Non consentiamo a nessuno di screditarci – conclude Aldrovandi –. Con le sue esternazioni pubbliche, il sindaco ha alimentato il dubbio che la nostra organizzazione abbia qualcosa da nascondere e che, addirittura, evada le tasse. Tutto falso, dimostrato e dimostrabile. Chiediamo alla magistratura di tutelare il nostro buon nome e, di conseguenza, i posti di lavoro”.

“Renner, invece di ringraziare il Comune, che ha fatto di tutto in questi anni per aiutare la sua crescita, preferisce continuare ad alimentare polemiche che lei stessa ha lanciato – replica Minganti –. Credo che i dirigenti dell’azienda avrebbero fatto meglio a venire in municipio a risolvere eventuali problemi e incomprensioni invece che scrivere post avvelenati su Facebook; io nel mio ruolo di sindaco ho ovviamente preso le difese del nostro ufficio tributi. Non mi risulta di aver mai denigrato Renner. Anzi, ho sempre indicato la loro, come una storia imprenditoriale esemplare. Ciò però non mette Renner al di sopra della legge o degli obblighi tributari. Se si vuole risolvere questa antipatica vicenda, la nostra porta è aperta”.

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