REDAZIONE BOLOGNA

Bologna, residenza ai richiedenti asilo. Il tribunale respinge il ricorso del Viminale

Riconosciuta l'iscrizione di una richiedente asilo. Gli avvocati: "Vittoria del diritto", Merola soddisfatto. Salvini tuona: "Serve la riforma della Giustizia"

Migranti, foto d'archivio

Bologna, 9 agosto 2019 - Respinto il reclamo del Viminale sulla residenza per i richiedenti asilo. Lo annunciano Antonio Mumolo e Paola Pizzi dell'associazione Avvocato di strada: "È una vittoria del diritto in tempi bui per la nostra democrazia", affermano. 

Lo scorso maggio anche il Tribunale di Firenze si era espresso nello stesso modo, respingendo il reclamo del Ministero dell'Interno che aveva impugnato la decisione di un giudice che autorizzò un somalo richiedente asilo a presentare domanda di iscrizione all'anagrafe al Comune di Scandicci.

Il caso a Bologna. La battaglia legale aveva visto come protagonisti due richiedenti asilo, una donna rappresentata da Avvocato di Strada e un uomo da Asgi-Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione, i quali avevano presentato ricorso d’urgenza contro il diniego del Comune all’iscrizione all’anagrafe stabilito sulla base del cosiddetto ‘decreto Salvini’. Al centro della controversia il provvedimento emesso il 6 marzo dall’ufficiale di Palazzo d’Accursio che aveva dichiarato irricevibile la richiesta (del 4 febbraio) della donna, titolare di permesso di soggiorno per richiesta di asilo e temporaneamente ospite in una struttura di accoglienza della città, dopo l’abrogazione dell’articolo 5 bis voluta dal Governo. La stessa che aveva dichiarato di aver lasciato il proprio Paese d’origine sentendosi perseguitata dopo la sparizione di marito e figlio e di non disporre in città di una sistemazione stabile. Richiesta rigettata e tanti saluti. E arriva poi la sentenza del Tribunale, che ordina l'iscrizione all’ufficio anagrafe del Comune con decorrenza 2 maggio.

Tribunale. La mancata iscrizione ai registri anagrafici, aveva spiegato il giudice civile Matilde Betti nell'ordinanza, "impedisce l’esercizio di diritti di rilievo costituzionale ad essa connessi", tra cui quello "all’istruzione e al lavoro". La norma – il riferimento è l’articolo 4 riformato nel 2018 dal decreto Salvini – non contiene un divieto esplicito di iscrizione anagrafica per i richiedenti asilo, si spiega nel provvedimento, bensì "evidenzia come il permesso di soggiorno per richiesta asilo non vale a consentire l’iscrizione anagrafica del richiedente". Ma così come modificata, la legge Salvini appare poco chiara e di difficile comprensione, e per il Tribunale la sua comprensione all’interno del quadro costituzionale e del diritto europeo ne consente una interpretazione costituzionalmente orientata. Sussiste pertanto il "fumus boni iuris" del diritto allegato dalla ricorrente alla richiesta iscrizione anagrafica, così come sussiste il "periculum in mora", cioè il possibile danno, ipotizzato dalla stessa. "La lesione del diritto soggettivo dell’istante alla iscrizione anagrafica – così il giudice Betti nell'ordinanza– appare insuscettibile di adeguata tutela nella successiva forma dell’equivalente monetario all’esito della causa di merito, costituendo un pregiudizio irreparabile". 

Respinto il reclamo del Viminale. "Il ministero dell'Interno riteneva di essere legittimato a proporre reclamo in quanto litisconsorte necessario - ha spiegato l'avvocato Mumolo, che è anche consigliere regionale del Pd - sosteneva inoltre di potersi sostituire al sindaco di Bologna, che aveva deciso di non proporre reclamo ed aveva invece già iscritto all'anagrafe la signora richiedente asilo".

Ma il collegio, sottolinea ancora il legale ha invece stabilito che il ministero dell'Interno "non è litisconsorte necessario e non può proporre reclamo non essendosi presentato nella prima fase del giudizio". Inoltre, il Viminale "non ha il potere di sostituirsi al sindaco, se il sindaco decide di accettare la decisione del Tribunale".

Merola.  La decisione del Tribunale di Bologna di respingere il reclamo del ministero dell'Interno è "un'ulteriore conferma della correttezza del mio operato quando ho deciso di applicare, con soddisfazione, la sentenza che mi ordinava di iscrivere i richiedenti asilo all'anagrafe". È il commento rilasciato dal sindaco di Bologna, Virginio Merola, sulla sua pagina Facebook. "Andiamo avanti con la serenità di chi rispetta la legge e non si arrende alla propaganda", ha scritto ancora il primo cittadino.

Salvini. Non tarda ad arrivare anche la reazione del ministro dell'Interno, Matteo Salvini. "Dai giudici di Bologna altra sentenza a favore degli immigrati, nonostante il ricorso del mio ministero. Il prossimo governo dovrà fare una vera riforma della Giustizia, non viviamo in una 'repubblica giudiziaria'".