Restyling e stadio provvisorio Passo avanti per il nuovo Dall’Ara

Via libera al piano economico-finanziario. Il sindaco Lepore: "Nessun governo fermerà questo progetto"

di Massimo Vitali

Unico iter amministrativo per il restyling del Dall’Ara e la costruzione dello stadio temporaneo: così ha messo nero su bianco l’altro ieri una delibera di giunta. Della serie: a braccetto (in teoria) è più facile. Se poi si impiegherà anche meno tempo è da vedere: la possibilità è appesa a troppe variabili per sbilanciarsi in facili ottimismi, specie dopo anni in cui i desideri si sono impantanati nelle pastoie burocratiche. Nel dubbio, il sindaco Matteo Lepore, nel fare gli onori di casa con l’ad del Bologna Claudio Fenucci a Palazzo d’Accursio, ha fissato un’ipotetica scadenza: "Confidiamo di terminare i lavori entro fine mandato (2026, ndr): a quel punto avremo una delle cittadelle dello sport più belle d’Italia, con l’unico stadio tutelato dall’Unesco".

Nel pacchetto è compreso anche l’intervento all’Antistadio, finanziato dai quattro milioni previsti dal Pnrr, per riqualificare la pista d’atletica. Ma se l’impegno del Comune e del presidente Joey Saputo è stato ribadito con forza, i finanziamenti del governo rappresentano una fonte di incertezza. Ecco perché, rivendica il primo cittadino, "nessun Comune sta facendo lo stadio in questo modo. È un investimento a prova di governo: al di là di chi vincerà le elezioni, si farà". Che è anche un modo, legittimo, per dare una lustratina alla propria immagine elettorale. E ancora: "Il Pnrr non è la Madonna di San Luca, è una cosa complessa: non sappiamo se il prossimo governo confermerà i progetti. Personalmente mi fido più del privato, cioè di Saputo". Anche se una data certa per l’inizio dei lavori manca. Intanto, l’atto formale di venerdì mette il Bologna nella condizione di presentare, col progetto per lo stadio provvisorio, il Piano economico-finanziario delle due opere, e lo schema di convenzione che consentirà la chiusura della Conferenza dei servizi.

È stata individuata da tempo l’area in cui sorgerà l’impianto provvisorio, a ridosso dei parcheggi di Fico. La struttura, quando il Bologna vi giocherà, ospiterà 16.000 spettatori, che scenderanno a circa 3.000 una volta che il ‘nuovo’ Dall’Ara sarà pronto e il provvisorio diventerà la casa rossoblù della Primavera e del calcio femminile. Tutto per dieci anni (durata della concessione), dopo di che l’impianto diventerà di proprietà del comune. E i soldi chi li mette? Palazzo d’Accursio ha confermato i suoi 40 milioni, ma per il pacchetto completo ne serve almeno un altro centinaio, a essere ottimisti, che finanzierà Saputo. "L’investimento a carico del Bologna è cresciuto molto – spiegava ieri l’ad Fenucci –. Speriamo che nei prossimi anni il costo delle materie prime scenda, in ogni caso cercheremo forme di ricavi che non si scarichino sul prezzo dei biglietti".

Domanda delle cento pistole: a quando la posa delle prima pietra del provvisorio? Se tutto fila liscio, entro l’inizio del 2023 il progetto dovrebbe andare a gara. Terminato l’iter, che richiederà alcuni mesi, si cominceranno i lavori, che dureranno sei-otto mesi. Nell’area ex Caab il Bologna giocherà per almeno due stagioni, poiché i lavori al Dall’Ara dureranno due anni abbondanti. Tanto vale mettersi comodi.

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