Rider di Bologna licenziato: sul biglietto del Duce è guerra legale

Vittorio De Lorenzi, destinatario delle bottiglie con messaggio inneggiante a Mussolini: "Strappare il foglio è stato un atto di violenza". L'Estragon offre lavoro al giovane

Vittorio De Lorenzi, destinatario delle due bottiglie con biglietto della discordia

Vittorio De Lorenzi, destinatario delle due bottiglie con biglietto della discordia

Bologna, 29 aprile 2021 - "Devo strapparlo, diceva questo biglietto devo strapparlo... Ciò che ha commesso il rider è una palese violazione e ora valuteremo come procedere con il nostro avvocato". Vittorio De Lorenzi, 51 anni e attivista politico, tiene tra le mani 11 pezzetti di carta: "Li abbiamo riordinati, ricostruiti come un puzzle". E quel puzzle è tornato a recitare: ’In questo giorno di lutto il nostro duce da lassù possa guidare la rinascita’. La frase del biglietto incriminato e strappato da Luca Nisco, il rider beneventano sospeso da Winelivery, che il 25 aprile doveva consegnarlo a corredo di due bottiglie di vino in via San Mamolo. Proprio a casa De Lorenzi. "Quando hanno suonato – riprende – è andata mia moglie per poi tornare basita. In mano aveva il sacchetto con il vino e questi pezzetti di carta. Inizialmente pensavamo a uno scherzo, invece...".

Aggiornamento Rider licenziato a Bologna: Winelivery lo riassume

Il regalo, inviato tramite la piattaforma che il giorno dopo ha revocato ogni incarico a Luca "per palesi violazioni contrarie al nostro regolamento", era stato inviato da un amico d’infanzia di De Lorenzi. "E quel biglietto – sottolinea quest’ultimo – riportava un messaggio privato indirizzato a un altro privato, cioè io. E averlo strappato è un atto di violenza oltre che una violazione della mia privacy. Bastava si dicesse contrario con lo scritto ma doveva consegnarlo perché faceva parte del suo lavoro". L’accaduto è arrivato immediatamente alle ’orecchie’ di Winelivery, informata dal cliente-pagatore che aveva digitato online la frase, poi riportata sul biglietto da un operatore della piattaforma. "Al netto del contenuto – ribadisce Winelivery –, che stigmatizziamo, quello che ha fatto il rider non doveva accadere. Poteva rifiutare quella consegna, ma non permettersi di leggere e strappare il messaggio".

Ciò che contesta invece De Lorenzi è l’accusa di apologia di fascismo: "Non c’era nessun simbolo, quella frase scherzosa era privata".

Intanto ieri, dopo la notizia riportata dal Carlino , si è scatenata una gara di solidarietà per Nisco: "Da Benevento – dice il ragazzo – alcuni amici si sono offerti di pagarmi le spese legali per impugnare il provvedimento di Winelivery. E sto ricevendo offerte di lavoro". Come quella di Lele Roveri, presidente dell’Estragon: "Siamo rimasti molto colpiti dalla vicenda e, senza voler entrare nel merito del ’licenziamento’, invitiamo il rider a lavorare con noi dall’1 giugno quando inizierà Bologna live". Anche la Uil si è mossa: "Il sopruso avanzato – chiosa Carmelo Massari – è totalmente illegittimo. Ci proponiamo di tutelarlo legalmente in maniera gratuita".

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