Rifiuti Bologna: la differenziata accelera e supera il 60%

Ma per i nuovi obiettivi serve uno scatto. I dati del Comune: il centro storico è la locomotiva, raggiunta la soglia del 70%

Un operatore della nettezza urbana

Un operatore della nettezza urbana

Bologna, 4 agosto 2022  - La rotta è invertita. La raccolta differenziata rialza la testa e si avvicina agli obiettivi imposti dalla Regione, che aveva indicato la soglia minima da raggiungere entro il 2020: il 70%. Traguardo raggiunto invece dal centro storico: vera, nuova locomotiva anti spreco in città. La strada da fare è ancora lunga, però, quando si parla di spazzatura: la lotta all’abbandono dei sacchetti continua e i dati presentati dagli spazzini di quartiere non sono buoni. Una fetta di bolognesi continua ad avere comportamenti incivili quando si parla di differenziare la spazzatura. Non solo, perché il nuovo Piano rifiuti della Regione ha rialzato la posta, ponendo l’obiettivo ambizioso di arrivare al 79% entro il 2025. La missione non è impossibile e i numeri sul fenomeno negli ultimi anni, presentati dal Comune, fanno guardare al futuro con ottimismo: in città la raccolta differenziata sta funzionando bene. Niente più fanalino di coda tra i grandi centri urbani per Bologna, quindi, quando si parla di differenziata (nel 2020 era al 5° posto fra le città italiane con più di 200mila abitanti), grazie soprattutto a una serie di azioni che hanno portato i loro frutti.

I numeri La raccolta differenziata nell’intero Comune è arrivata al 60%, con un +3% rispetto al 2021. Un dato che, in centro storico, schizza fino al 70%. Il quartiere più virtuoso è sicuramente il Savena (i dati delle varie zone sono relativi al 2021, con alcuni numeri fermi in realtà al 2020): da sempre area pilota quando si parla di sperimentazioni, qui la famigerata Carta Smeraldo che consente di aprire il bidone dell’indifferenziata è arrivata ormai dal 2018. Seguono il Santo Stefano (70%) e il Porto-Saragozza (67%). Ma è proprio la Carta Smeraldo uno degli elementi di punta della politica a favore del recupero portata avanti dal Comune, insieme al sistema delle isole interrate e a quello del porta a porta, che in centro storico continua a sancire la raccolta di carta, cartone e plastica tutti i martedì sera. Un mix di elementi che hanno trasformato Bologna in un modello.

La curva I dati di Palazzo d’Accursio mostrano in maniera lampante il cambio di passo, in primis rispetto all’aumento di responsabilità e senso civico dei cittadini quando si parla di conferimento corretto, ma non solo. È un altro il dato che colpisce parecchio: se prima il centro storico era una zavorra per tutta la città, con numeri vicini al 20%, ora è il vanto delle Due Torri. Nel 2012 l’intero territorio comunale presentava una raccolta differenziata al 35%, molto superiore a quella effettuata dentro le mura. E il trend è continuato fino al 2016, anno in cui la situazione si è ribaltata. La differenziata in tutto il Comune era al 40% nel 2014, al 45% nel 2015 e al 46% nel 2016: un quadro stabile. Il centro storico? È passato dal 29% del 2014, al 41% del 2015, fino al 46% del 2016, superando l’asticella dell’intero Comune. Per poi decollare: +12% tra 2017 e 2018, +5% nel 2019, e il picco massimo raggiunto nel 2020: 71,4%.

Il futuro Come detto, gli obiettivi sono ambiziosi. E perseguibili. La Carta Smeraldo a luglio è stata attivata al Navile e a breve arriverà a Borgo Panigale, coprendo così l’intera città. I numeri possono migliorare ancora, ma solo ricordando come il primo, vero passo parta sempre da noi.

 

 

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