Rifiuti Bologna, il rimedio è lo spazzino di quartiere. Ma costerà due milioni di euro all’anno

I verbali ai furbetti dei rifiuti sono in aumento: nel 2020 erano 369, mentre nel 2021 sono saliti a 567

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Bologna, 17 ottobre 2022 - Tante criticità nel sistema di gestione dei rifiuti. Dove il mancato rispetto delle modalità di conferimento o l’abbandono sul suolo pubblico si fanno, anno dopo anno, sempre più significativi.

Proprio per questo è arrivato lo spazzino di quartiere , con l’obiettivo di garantire un maggiore presidio delle isole ecologiche di base e delle strade, dei portici e dei marciapiedi già soggetti ad interventi di pulizia. Un rimedio che però presenta costi tutt’altro che trascurabili: come emerge dalla risposta del Comune a un’interrogazione della consigliera Samuela Quercioli (Bologna ci Piace), il costo del servizio per l’anno 2022 è quantificato in 723.000 euro . A regime su tutta la città (nel quartiere Borgo Panigale-Reno il servizio verrà infatti avviato a fine mese), cioè nel 2023, il costo ammonterà invece a 2.189.000 euro .

Nel frattempo, i verbali elevati per inottemperanza delle modalità di raccolta continuano a crescere, a partire dall’esposizione di rifiuti non ingombranti in orario non consentito, dove sono state segnalate 369 violazioni nel 2020 , cresciute fino a 567 nel 2021. Sono invece 294 , sempre nel 2021, i conferimenti nei contenitori predisposti dal gestore, ovvero nei luoghi previsti per la raccolta domiciliare, di rifiuti speciali non assimilati, di rifiuti impropri o di rifiuti urbani appartenenti a una frazione merceologica diversa da quella cui è destinato il contenitore.

Ad aumentare rispetto agli anni precedenti è inoltre la collocazione di rifiuti a fianco, al di sopra o comunque all’esterno dei contenitori predisposti, che soltanto l’anno scorso ammontavano a 2.841 . Sul territorio cresce poi l’utilizzo di cestini portarifiuti per il conferimento di rifiuti urbani domestici (tre nel 2020 e 13 nel 2021 ), così come l’abbandono di rifiuti urbani pericolosi su suolo pubblico o a uso pubblico ( 7 nel 2021 ) e il conferimento di rifiuti urbani e assimilati in territorio di un Comune diverso da quello di produzione del medesimo oppure diverso da quello in cui si trova l’utenza di riferimento del rifiuto: 130 soltanto l’anno scorso.

"Lo spazzino di quartiere è sì importante – dice Quercioli –, ma si presenta come una ‘pezza’ non sufficiente a risolvere il problema che compromette il decoro della città". Quanto alla collocazione dei riufiuti fuori posto, è "un triste risultato di cui, in parte, è responsabile anche la gestione del sistema basato sulla Carta Smeraldo – continua Quercioli –. Due tessere non sempre bastano a un’intera famiglia e il rischio di perderne una è più facile di ciò che si pensi. In più, si aggiunge il tema riguardo alla mancata funzionalità dell’applicazione ‘Il rifiutologo’ sui sistemi operativi Ios, che dopo mesi non era ancora compatibile per chi avesse un diverso smartphone".

Da un’ulteriore risposta del Comune a una seconda interrogazione della consigliera di ’Bologna ci Piace’, infatti, a fine agosto si leggeva come fossero ancora in corso "le analisi per soluzioni tecniche volte alla risoluzione del problema, legate alle autorizzazioni di accesso ai codici richieste ad Apple" e sulle quali non era ancora stato ricevuto riscontro.

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