Rigassificatore di Ravenna: il no dei Verdi "Uno sbaglio Rilanciare le rinnovabili"

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"Uno sbaglio. Una cosa assurda". Vincenzo Balzani, chimico più volte in odore di Premio Nobel, boccia il progetto del rigassificatore al largo di Ravenna, sostenuto con forza dal governatore Stefano Bonaccini, dagli amministratori e dalle forze economiche ravennati. E afferma: "Bisogna accelerare nel campo delle rinnovabili".

La ‘sentenza’ dello scienziato – professore emerito dell’Alma Mater – viene emessa durante un incontro elettorale dei Verdi e di Sinistra italiana. E sancisce una chiara presa di distanza fra le posizioni del partito ambientalista e quella del presidente Pd della Regione.

Con Bonaccini e la Regione "c’è un dialogo serrato", sottolinea l’eurodeputata verde Eleonora Evi, in corsa per la Camera con i Verdi, "ma sui rigassificatori la distanza è ancora molta".

"Cosa facciamo, mettiamo i rigassificatori e dopo ce li teniamo per vent’anni? Sarebbe uno sbaglio grandissimo", afferma Balzani. Troppo lungo il contratto di gestione, ventennale, per l’impianto che sarà pronto solo nel 2024. Per Balzani "sarebbe meglio fare qualche piccolo sacrificio adesso, ma non compromettere lo sviluppo delle energie rinnovabili e non legarsi ancora al gas che viene dal Qatar o dagli Usa. Una cosa assurda".

Il progetto del rigassificatore è ormai partito. Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde in Regione, avverte che ora la sfida è farlo durare meno possibile. "Sappiamo che nella fase di transizione un po’ di gas ci vuole, ma come Verdi abbiamo dato un giudizio negativo. Un conto è parlare di una soluzione-ponte, un conto è proiettarla a vent’anni".

Il chimico demolisce anche l’ipotesi del nucleare: "Sarebbe un disastro dappertutto, ma in Italia in particolare". E afferma, citando una serie di studi specialistici: "Ormai l’energia elettrica a prezzo più basso si fa con il fotovoltaico e con l’eolico, non c’è discussione".

Balzani, da sempre contrario al Passante, torna a picconare il progetto a pochi mesi dall’apertura dei cantieri, prevista nel 2023. L’allargamento di tangenziale e autostrada "è una cosa disgraziata", sbotta. "L‘esperienza dimostra che quando io apro nuove strade ho più macchine – afferma il chimico –. Adesso facciamo tre corsie sulla Ferrara-Bologna e quattro tra Bologna e Imola... La gente da Imola e da Ferrara dovrebbe venire a Bologna in treno, ma se poi mettiamo una corsia in più viene in macchina". Con il Passante, "più lo allargano e peggio sarà".

Luca Orsi

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