Righi, dialogo studenti-prof con autocritica

Gli alunni: "L’occupazione non voleva essere un momento di scontro". Gli insegnanti: "Sull’educazione sessuale si poteva fare di più"

L’assemblea fra studenti, professori e personale amministrativo si è svolta ieri mattina

L’assemblea fra studenti, professori e personale amministrativo si è svolta ieri mattina

"Sappiamo che l’occupazione è un momento di scontro che tende a costruire muri piuttosto che dialogo, ma quello che volevamo noi è esattamente l’opposto". Queste le parole di Arturo Frugoni, rappresentante di istituto del liceo Augusto Righi, ieri nel suo ultimo giorno di occupazione. Proprio per questo, gli studenti Giacomo Spatola e Francesco Ricci hanno proposto un ’inter-collettivo’, cioè un’assemblea, tra studenti, personale Ata e docenti, per creare un’ultima finestra di dialogo e riflessione sui problemi che hanno portato alla protesta.

Presente anche Antonella Di Pietro, consigliera comunale, intervenuta per conto dell’assessore alla Scuola Daniele Ara, per cogliere i bisogni dei ragazzi e trasformarli in risposte e progetti concreti. Durante l’incontro sono emerse proposte, come quella di creare spazi in cui alunni e docenti possano periodicamente dialogare fra pari, ma anche critiche: alcuni professori si sono lamentati della lettera partita dai genitori di una classe che metteva in luce diverse criticità sulla gestione della scuola. "Il nostro manifesto – afferma lo studente Tommaso Maccaferri – era incentrato sul sistema educativo italiano, quella lettera era invece un’accusa diretta al preside e all’amministrazione. Alcuni docenti si sono sentiti feriti, ma noi studenti non siamo stati informati della lettera e ne prendiamo le distanze: i genitori risponderanno per le affermazioni che hanno fatto, noi ci prendiamo la responsabilità del nostro manifesto".

L’assemblea continua su uno dei punti principali del manifesto, l’educazione sessuale. Gli studenti denunciano la mancanza di un percorso sull’affettività, sul consenso, sugli stereotipi e le differenze di genere.

Prende parola una professoressa: "Non penso che si debba appesantire la didattica con una materia in più, piuttosto si dovrebbe dare a noi professori uno spazio per insegnare l’affettività, anche prendendo spunto dalla letteratura e dalla filosofia. Per esempio, all’inizio dell’anno, con le classi più grandi ho provato a discutere del divieto ai minori di 18 anni di vedere il film sul massacro del Circeo: il problema mi sembrava molto importante, perché si trattava di un film per sensibilizzare gli adolescenti sulla violenza. Devo dire la verità: mi sono fermata perché ho avuto il timore di essere attaccata come insegnante dalle famiglie. Su questo punto dobbiamo essere onesti". "La critica, infatti, non è rivolta ai docenti ma a chi fa le norme e a chi organizza i programmi – ribatte la rappresentante di istituto Nicole Sacenti – se fosse una cosa normalizzata sarebbe tutto più semplice, noi non lo chiediamo a voi ma allo Stato".

Conclude l’assemblea una riflessione dello studente Giacomo Spatola, seguito da un grande applauso di studenti e professori: "Quest’occupazione ha riacceso gli occhi dei vostri studenti e vi prego, professori, fateci caso: avremo di nuovo voglia di essere stimolati. Penso che sia l’ora di prendere decisioni, cambiare. Facciamo in modo che questa settimana sia servita a qualcosa di concreto".

Matilde Gravili

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