Rimini yacht, chieste condanne fino a sette anni per i finanzieri

Accusati di corruzione per ‘addomesticare' verifica fiscale alla società di Giulio Lolli, da tempo irreperibile

Giulio Lolli

Giulio Lolli

Bologna 12 giugno 2015 - Condanne fino a sette anni sono state chieste dal pm Antonella Scandellari al termine della requisitoria nel processo che vede imputati davanti al tribunale collegiale di Bologna per corruzione quattro finanzieri e un commercialista: i militari sono accusati di aver ricevuto denaro, cene o regali per ‘addomesticare' una verifica fiscale alla Rimini Yacht, la società di Giulio Lolli poi fallita, al centro di varie vicende giudiziarie. I fatti contestati risalgono al periodo tra l’autunno 2008 e il maggio 2009.

Secondo l’accusa, sotto la direzione di Lolli e dell’ex generale della Gdf Angelo Cardile, i tenenti colonnello Massimiliano Parpiglia e Enzo Digiovanni e i marescialli Luigi Giannetti e Felice Curcio, in concorso anche con il commercialista Giorgio Baruffa, per ammorbidire la verifica accettarono la promessa di ricevere tra i 200mila e i 300mila euro e ne ricevettero poi almeno 100mila, più cene in locali di pregio e un orologio Cartier da 7.300 euro, trovato in possesso di Parpiglia.

Per le stesse accuse Lolli, da tempo irreperibile in Libia, ha patteggiato lo scorso anno quattro anni e quattro mesi, facendo pervenire una lettera con la confessione di aver pagato i finanzieri. L’ex generale Cardile si uccise durante una perquisizione domiciliare. Al termine di un dibattimento durato quasi quattro anni, il pm Scandellari ha chiesto sette anni di condanna per Parpiglia, sei per Digiovanni, quattro anni e sei mesi per Giannetti, quattro per Curcio e sei anni per Baruffa, imputato anche di bancarotta. Dopo il pm ha preso la parola l’avvocato Marco Zincani, parte civile per la società Rimini Yacht. 

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro