CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Rimossa di nuovo la bici bianca per Matteo Prodi. "Uno sgarro"

Alice Fanti (Salvaiciclisti): "La rimetteremo al suo posto, ma con il lucchetto. Ogni volta è una sofferenza, la famiglia rivive quel dolore".

Matteo Prodi, pronipote dell’ex premier, è morto nel 2020 a 18 anni in un incidente mentre era in bici

Matteo Prodi, pronipote dell’ex premier, è morto nel 2020 a 18 anni in un incidente mentre era in bici

"Ogni volta, è una sofferenza. Ogni volta, la famiglia rivive quel dolore". Sono le parole di Alice Fanti, presidente dell’associazione ‘Salvaiciclisti’ di Bologna, dopo che, di nuovo, è stata rimossa la bicicletta posta all’angolo tra via degli Scalini e via di Barbiano, in ricordo di Matteo Prodi, che lì perse la vita nel febbraio 2020 a soli 18 anni, travolto da un’auto condotta da Roberto Grandi, massmediologo. Il ragazzo era il pronipote dell’ex premier Romano Prodi. Quella bici è un simbolo, un monito, per non dimenticare mai e anche per suggerire ai veicoli di rallentare. Ma ieri mattina, in tanti si sono accorti che la bici bianca non era più al suo posto. È stata poi trovata abbandonata in via delle Rose, appoggiata a una siepe. "La rimetteremo al suo posto – dice Fanti –, ma questa volta con un lucchetto. Non so però se faremo di nuovo una cerimonia vera e propria". Quanto al gesto, "si tratta di uno sgarro. Si va a infierire su una situazione già di per sé molto triste. La bici ha un significato importantissimo, sta lì a ricordare Matteo, giovanissimo, una morte che ha colpito tutti, ma sta anche a suggerire di rallentare. I colli poi sono spesso teatro di incidenti, in molti casi dovuti proprio all’alta velocità". Era già accaduto, un paio di anni fa, che qualcuno rimuovesse quella bici. "L’avevamo rimessa al suo posto, e ora rifaremo lo stesso".

Quello degli incidenti subiti dai ciclisti è un problema sempre attuale: "Noi siamo strafavorevoli ai limiti stabiliti da Città 30 – prosegue Alice Fanti –, chiediamo però al Comune di rendere più concreta l’attuazione della misura, con tutti gli strumenti previsti, dotando ad esempio le strade di dossi che funzionino da rallentatori e anche allargando i marciapiedi in corrispondenza delle curve, per restringere un po’ la carreggiata. Certo – sottolinea la presidente di ’Salvaiciclisti’–, anche aumentare i controlli non farebbe male, sono un po’ spariti. L’attenzione va tenuta alta soprattutto sulla zona dei colli, dove, essendoci meno traffico, i veicoli tendono ad aumentare la velocità e chi è in strada può trovarsi in condizioni molto rischiose".

Chiara Gabrielli