Riparte la produzione in Philip Morris. "La sicurezza è garantita"

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Riparte da domani con il terzo turno, su base volontaria, una parte della produzione della Philip Morris. Ne dà conferma la stessa azienda, che sottolinea come "per la prossima settimana" preveda la partecipazione su base volontaria di parte del personale, "mentre coloro che decideranno di non lavorare avranno accesso alla cassa integrazione, con un’integrazione da parte dell’azienda, per garantire che percepiscano la loro retribuzione ordinaria. Come sempre – prosegue la nota – l’azienda rispetterà i più alti standard di sicurezza per garantire il rifornimento della filiera e dei tabaccai che resteranno aperti", come definito dal governo. Cgil ne prende atto. "Rimaniamo contrari alla ripresa, abbiamo chiesto all’azienda di fermarsi in cassa integrazione – spiega Roberto Guarinoni di Ficltem-Cgil –. In azienda, chi non è in cassa sta lavorando in smart working. Dei 1.700 lavoratori che ci sono, quelli su cui sta ragionando l’azienda sono circa 400, quindi un 75-80% sta a casa". Polemica la Cisl. "Sono pure ragioni economiche, nessun servizio essenziale – esterna in una nota Susy Marseglia, segretaria Femca-Cisl di Bologna –. C’è la necessità di creare magazzino per poter continuare a rifornire il mercato italiano e quello giapponese di alcuni prodotti specifici. Pensiamo ad azioni per far recedere l’azienda". Per Vittorio Caleffi di Uiltec-Uil, "vanno seguite le norme. Tutto dipende dalla capacità del comitato aziendale di trovare delle soluzioni"

pa. ros.

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