Risarcimenti alluvione Bologna, zone escluse dai rimborsi. Venti richieste al Comune

Nel mirino "i puntelli del Ravone" e la "mancata manutenzione dei tombini". Quasi tutte le domande riguardano la prima esondazione in via Saffi e dintorni

Allagamenti in via Saffi nei giorni dell'alluvione

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Bologna, 6 giugno 2023 – Le alluvioni che hanno flagellato la nostra città si portano dietro anche una ventina di richieste di risarcimento danni. Richieste arrivate al Comune, prevalentemente relative a via Saffi e dintorni, tant’è che una quindicina richiedono il risarcimento danni provocati dall’alluvione del 2 e 3 maggio.

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Sono, invece, appena cinque (per ora) le pec inviate al Comune per richiedere il primo contributo per danni (quello che prevede – da ordinanza della Regione – un primo acconto di 3mila euro fino a un massimo di 5mila euro di indennizzo) o informazioni. Numeri confermati da Palazzo d’Accursio.

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Questa seconda tornata di domande riguarda, però, la seconda alluvione del 15-17 maggio, ed è relativa sia alle vie limitrofe della zona Saffi, ma anche ad attività di via Arcoveggio, Corticella e Colli. Zone, quelle di Saffi, Colli e Corticella, che il Comune vorrebbe ricomprendere nella zona rossa destinataria di misure e agevolazioni fiscali previste dal decreto del governo, ma che ad oggi restano escluse.

Puntelli del Ravone nel mirino

Tra le richieste di risarcimento all’amministrazione, tra le prime quindici domande, a finire sotto la lente è quella del condominio di via Saffi 22 e 22/2 (sei piani distribuiti su due civici) sopra e accanto all’epicentro (suo malgrado) dell’esondazione del Ravone, cioè il negozio di estetica di proprietà di Luca Vianelli, già oggetto dell’ordinanza del sindaco Matteo Lepore. L’avvocato del palazzo, infatti, Luca Ceccaroli, ha scritto tre volte al Comune (e alla Regione e alla Prefettura) proprio a seguito "delle relazioni redatte" dai vigili del fuoco intervenuti in loco il 2 eil 3 maggio. Il legale sostiene che "probabilmente i puntelli all’interno dell’alveo fluviale, che sorreggevano le lastre autoportanti così da sostenere il passaggio di mezzi pesanti" non avrebbero "probabilmente permesso il normale deflusso dei detriti presenti nel canale in piena, così da creare un accumulo e formare una barriera con conseguente rottura della pavimentazione del negozio" di via Saffi 22/2 (quello di Vianelli, ndr ). Nella lettera viene indicato il carteggio del 2021 in cui la Regione chiedeva al Comune di valutare "soluzioni alternative" ai puntelli. Soluzione non considerata, visto che l’assessore Simone Borsari ha detto che "la rimozione dei pali non fosse possibile per non interrompere la circolazione stradale". Per Ceccaroli, insomma, "vanno accertate le responsabilità" dell’esondazione, per poi "quantificare i danni" e decidere se arrivare a un contenzioso legale.

Punta il dito contro l’amministrazione anche l’avvocato Marco Tirini che, in una lettera inviata, tra gli altri al Comune e alla Regione, spiega il ’caso’ di via Piave 7, nei pressi di via Saffi, dove si sono allagati garage e cantine. "Un allagamento – spiega il legale nella missiva – non ricondubicile a una rottura delle tubazioni condominiali", ma all’esondazione del Ravone e "al pessimo stato di manutenzione della caditoie (i tombini, ndr ) dal piano stradale alla rete fognaria comunale". A conferma di questo, lamenta l’avvocato Tirini, "a due giorni dall’allagamento nessuno è intervenuto a pulire le caditoie o a eliminare il fango in eccesso" in strada. Da qui, "la richiesta di risarcimento danni".

Richieste nei confronti dell’amministrazione che, secondo la consigliera Francesca Scarano (Gruppo Misto) "saranno destinate a crescere", visto che "emerge un’analisi del pessimo stato di manutenzione delle caditoie e il mancato intervento di sopralluogo nei giorni dopo l’evento. Inoltre anche la questione relativa all’installazione di puntelli nell’alveo del Ravone che non avrebbe permesso il deflusso dell’acqua rappresenta un aspetto inquietante". Per questo, continua Scarano, "auspico da parte dell’amministrazione un atteggiamento di collaborazione nei confronti dei concittadini".

Collaborazione che si renderebbe necessaria, sostiene la consigliera, soprattutto a fronte di un decreto del governo da oltre 2 miliardi di euro, in vi gore dal 2 giugno, che ancora non allarga le maglie ad altre zone oltre al Paleotto, cioè via Saffi, Colli e Corticella. "Non so – dice Scarano – se la richiesta di integrazione sia arrivata al ministero e in tal caso perché non siano state inserite le zone citate, ma di sicuro il Comune può intervenire per fare slittare il pagamento dei tributi locali, come la Tari". Una richiesta che l’assessora al Bilancio Roberta Li Calzi ha rispedito al mittente , sottolineando che tocca al governo fare la sua parte.

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