"Rischiamo un disastro come a Medicina"

Due decessi e un paio di persone gravi tra i frequentatori della bocciofila di via Cremona. I casi accertati sono già una decina

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"Sta succedendo come a Medicina...". Dino Passini è il presidente del comitato provinciale Fib, la Federazione italiana bocce, e al telefono quasi sussurra appresa la notizia dei morti e delle persone in gravi condizioni ricoverate negli ospedali bolognesi per la positività al Covid-19. "Ma da quanto ci risulta, abbiamo solo questo caso". Il caso in questione riguarda la bocciofila Avis di via Cremona dove tanti dei frequentatori sono risultati positivi al coronavirus. Due i morti accertati fino a ieri, un paio gravi in terapia intensiva, una decina positivi ma in buone condizioni e un clinicamente guarito.

Via Cremona. Bocce, biliardo, carte e un bar sempre fornitissimo, al centro ’Avis-Coop-Sport’ di via Cremona 3, dove la professionalità e la cortesia sono sempre di casa. "Tutte le gare in programma, comprese quelle di aprile, sono state subito annullate – precisa Priori, il presidente del centro bolognese –, ma ora non demonizziamo la bocciofila. Del resto, cosa c’entra?". Nulla, certo. Come si sta vedendo in questi drammatici giorni, nessun luogo e nessuna persona è immune alla violenza del Covid-19. "Speriamo che presto si possa tornare a riaprire e a lavoprare come e più di prima". A destare i primi sospetti e a fare scatenare l’allarme, come hanno spiegato più fonti, sono state le condizioni di salute del titolare del bar, ricoverato con febbre alta e risultato positivo al tampone. Immediatamente tutto è stato chiuso, a partire dallo stesso esercizio, e comprese le attività che si svolgevano al civico 3.

La gara. Il detonatore dell’infezione sarebbe stata la gara nazionale di biliardo andata in scena nella seconda metà di febbraio. "Dove ci saranno state oltre 400 persone – riprende il presidente della Fib, Dino Passini – tra giocatori e gente a guardare e a tifare". E uno dei primi a stare male è stato proprio uno di questi, un giocatore livornese di 55 anni, finito in terapia intensiva in condizioni molto critiche. "Il tampone – spiegarono alcuni giorni fa i sanitari toscani – gli è stato fatto per il rapido peggioramento delle condizioni anche se l’uomo non aveva informato di essere stato fuori Livorno, ovvero a Bologna". Sottolineò il sindaco Luca Salvetti nell’incontro stampa: "Non si è ammalato a Livorno, è un caso isolato". E se in Toscana finirono subito in 12 in quarantena domiciliare, dopo aver avuto rapporti stretti con il 55enne (due medici, due infermieri, tre Oss, due tecnici radiologi, il medico di famiglia, la moglie e la figlia), stessa cosa è avvenuta anche a Bologna. "Come bocciofila eravamo già chiusi – dice ancora Passini –, in quei giorni erano rimasti aperti solamente biliardo e bar".

Positivi. I contagi bolognesi hanno così abbondantemente superato la decina, ma la paura maggiore ora è che si possa ripetere ciò che è successo al centro sociale di Medicina. "La bocciofila – aggiunge il presidente Fib – è frequentato soprattutto da persone anziane, ultrasettantenni. Poi non si tratta di un circolo e tutti, anche esterni possono accedere semplicemente al bar".

Fino a ieri, le persone decedute che in quei giorni hanno avuto frequentazioni con i locali di via Cremona, erano due: Massimo Bizzini, 85 anni, e Cesare Funaro, 76. "Ma presto potrebbero essercene molte altre, purtroppo – chiude commosso un frequentatore del centro – Preghiamo per le vittime, per le loro famiglie e per tutti gli altri ricoverati. Spero di poterli abbracciare presto".

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