Rissa fuori dalla discoteca Sedicenne a processo

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Uno rischiò la pelle, il secondo ci rimise uno sfregio in faccia. Il tutto al termine di una rissa finita nel sangue all’esterno di un locale di San Pietro in Casale, con protagonisti due gruppi di minorenni e qualche maggiorenne. A distanza di un anno e mezzo dai fatti, ora c’è un punto fermo: il destino giudiziario per il presunto responsabile, un sedicenne di origini brasiliane che deve difendersi dalle bordate di tentato omicidio e di lesioni, con le aggravanti dell’utilizzo di un coltello e della minore età delle vittime, verrà discusso in abbreviato il 22 settembre davanti al gup del tribunale per i minori, Francesca Salvatore. Due le parti offese: la prima, un ragazzo di Cento (Ferrara) all’epoca dei fatti diciassettenne, il secondo, stessa età residente a San Lazzaro.

L’orologio torna alle 3 della notte dell’8 dicembre 2021 all’esterno di un locale. La serata è finita, è il momento di tornare a casa quando però esplode la miccia improvvisamente. A scontrarsi sono due gruppi: uno con le future parti offese, l’altra guidata dal giovane imputato. "Quattro ragazzi che non conoscevamo – raccontò il centese ai carabinieri difeso dall’avvocato Alessandro Falzoni – ci hanno accusato di aver cagionato un danno alla loro auto. Abbiamo capito che stavano cercando lo scontro fisico perché avevano iniziato a urlare e a provocarci". Dalle parole si passa velocemente ai fatti. Uno degli aggressori si stacca dal gruppo, inizia a dare calci all’auto dei rivali con il centese che cerca di mettersi in mezzo per bloccarlo. Volano calci e spintoni, arrivano i rinforzi da ambo le parti. Inizia la rissa. ’Vieni qua che ti tagliamo la gola’, è una delle minaccia. La situazione degenera, spunta un coltello, il centese viene immobilizzato e "ho sentito qualcosa che mi premeva sul collo, una cosa fredda e sicuramente appuntita. Ho avuto paura e istintivamente l’ho allontanato con il mio braccio sinistro".

Quel ragazzo "gridava ti ammazzo, ti ammazzo", i fendenti alla vittima saranno due, "in testa e sempre con il coltello". La salvezza arriverà grazie all’intervento degli amici e alla fuga dentro la discoteca. Secondo la Procura minorile l’imputato (difeso dall’avvocato Sandro De Marco) avrebbe compiuto "atti idonei e diretti in modo non equivoco a cagionare la morte di (...), non riuscendo nell’intento per cause al di fuori dalla sua volontà consistite nella repentina reazione della parte offesa". Il giovane ferrarese riportò un trauma cranico e ferite alla testa giudicate guaribili in 15 giorni. Nel parapiglia rimase ferito anche un coetaneo di San Lazzaro (per cui l’imputato, che di lì a poco venne identificato e denunciato, deve risponde di lesioni) il quale ha riportato un "sfregio permanente del viso", 25 furono i giorni di prognosi per lui.

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