Rissa tra tifosi in San Mamolo I fortitudini pronti all’appello

Migration

I fortitudini condannati non ci stanno e le loro difese hanno depositato gli atti d’appello. Poi toccherà alla Corte confermare o meno le condanne a un anno e mezzo (per due di loro) e a un anno e otto mesi, comminate dal giudice Grazia Nart in abbreviato il 12 maggio scorso, per i tre accusati di avere aggredito in via San Mamolo nel 2019 alcuni virtussini. Di cui uno perse tre dita tentando di proteggersi il volto dall’esplosione di un petardo lanciato da un avversario. Una dinamica, quest’ultima, rigettata in pieno dalle difese dei tre imputati (che hanno 23, 28 e 46 anni) , che ritengono che la parte offesa in realtà raccolse il petardo da terra, forse per rilanciarlo a propria volta.

"Nel giudizio di primo grado – così l’avvocato Luca Camaggi, che difende il ventitreenne condannato a un anno e mezzo – non si è tenuto conto delle dichiarazioni decisive di alcuni testimoni che hanno raccontato di avere visto la parte offesa raccogliere il petardo, smontando la sua versione di ’protezione’. Ricostruzione sostenuta anche dalla perizia". Inoltre "il racconto della parte offesa di un lancio di bottiglie di vetro da parte del mio cliente, mai avvenuto, ne riprova l’inattendibilità. Confidiamo nella riforma della sentenza".

L’atto di appello è stato depositato anche dall’avvocato Gabriele Bordoni, che difende gli altri due biancoblu: "Le cosiddette ’imprecisioni’ nella versione della parte offesa sono in realtà circostanze rilevanti che minano in maniera determinante la sua credibilità. La ricostruzione basata sulla denuncia e sulle sommarie informazioni dei suoi amici è stata superata dal racconto degli altri testimoni". L’avvocato Bordoni punta poi il dito contro "l’eccessivo trattamento sanzionatorio" e chiede una sospensione dell’esecutività delle provvisionali alla parte civile (45mila euro) in attesa dell’appello.

Federica Orlandi

è arrivato su WhatsApp

Per ricevere le notizie selezionate dalla redazione in modo semplice e sicuro