Ritorno in aula per 40mila studenti Incontro tra Ausl e Provveditorato

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di Federica Gieri Samoggia

"Siamo pronti, speriamo solo questa sia la terza e ultima volta che riapriamo". Scongiuri a parte, oggi il liceo Righi con il suo preside Fabio Gambetti, al pari di tutti i licei e gli istituti si prepara a ri-accogliere il 50% per volta, fino al 18 aprile, degli studenti, ora in dad. Rientrano anche, al 100%, i più piccoli di seconda e terza media. Oltre 40mila studenti che si sommano ai 64mila già in classe da lunedì 7.

"Oggi abbiamo in programma un incontro con l’Ufficio scolastico provinciale – precisa Paolo Pandolfi, direttore del Dipartimento di sanità pubblica dell’Ausl – per mettere a punto la mappa del rischio. Faremo sopralluoghi in alcune scuole anche in base al contesto comunale o al quartiere in cui si trovano gli istituti. Dove? In città, ma anche in pianura, in collina e in montagna. Gli studenti poi potranno essere sottoposti a tampone o a test sierologici, ma solo se si trovano in zone a rischio alto".

Il ritorno in presenza è stato così "veloce che i ragazzi sono contenti, ma frastornati", osserva la preside del liceo Minghetti, Roberta Fantinato che tuttavia non manca di una punta di delusa polemica: "Il giorno prima del rientro vengono bloccate le vaccinazioni per i docenti…". Al liceo Copernico la campanella vedrà schierata in prima fila la preside Fernanda Vaccari: "Sarà un piacere vedere entrare a scuola i ‘miei’ copernicani e salutarli". Anche in via Garavaglia è tutto in ordine: "Noi siamo pronti per definizione". Tutto pronto: autobus inclusi. Con Tper che metterà su strada 570 corse supplementari grazie a 88 mezzi in più. Sulla campanella arrivano gli ’in bocca al lupo’ del provveditore Giuseppe Antonio Panzardi e di Daniele Ruscigno, delegato Scuola per la Città Metropolitana. "Si riparte – ricorda Ruscigno -, ma per i più grandi saranno ancora settimane difficili perché il 50% in presenza è ancora troppo poco". Importante il lavoro svolto su trasporti ed edilizia, ma "lo sarà ancora di più continuare a prestare la massima attenzione ai contagi. Non possiamo più avere banchi vuoti, vite in divenire sospese. Gli effetti sociali su intere generazioni che hanno vissuto nel limbo più di un anno non sono minimamente preventivabili. E i primi riscontri, molto preoccupanti, sono solo la superficie di un tema che dovremmo affrontare. Buon primo giorno di scuola, con la fiducia che tutti faranno la propria parte".

Per il provveditore, "questa nuova ripartenza ha un sapore particolare. Lo diciamo incrociando le dita. Ma la speranza è che sia davvero la volta buona. Quando sono rientrati a scuola i bimbi dell’infanzia e gli alunni della primaria e della prima classe della media, il commento è stato unanime: volti sorridenti in tutti, un clima gioioso. Oggi il quadro si amplia. Certo, non è ancora possibile un ritorno di tutti. Il segnale però è importante: è un ritorno alla normalità, alla vita di scuola. La raccomandazione è di tenerci stretto tutto questo, facendo ogni sforzo per mantenerlo. Allora, bentornati ragazzi: si ricomincia".

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