Ritorno in Certosa trent’anni dopo

Quattro lesene dell’Ottocento erano state trafugate da una Cappella. Il ritrovamento in Germania

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La presentazione del ritrovamento ieri mattina in Certosa

Sono state rubate trent’anni fa dalla Cappella Micheli del cimitero monumentale della Certosa e ora ritornano a casa. Sono quattro le antiche lesene in marmo di fine Ottocento recuperate, a Monaco di Baviera, dal Nucleo Tutela del patrimonio culturale dei Carabinieri. Il viaggio è stato lungo. Il ritrovamento avviene nel 2010 scandagliando siti tedeschi di case d’aste, poi nel 2018 la conferma definitiva. "Le abbiamo ritrovate monitorando i beni d’arte venduti in Italia all’estero – spiega Giuseppe De Gori, comandante Nucleo Carabinieri Tutela patrimonio culturale –. I miei collaboratori individuano le quattro lesene, le riconoscono. Hanno una forte somiglianza con quelle asportate dal cimitero monumentale della Certosa nel ‘92". Da qui l’approfondimento, analizzando la banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti dove erano state già inserite. La comparazione dà esito positivo.

Ma la prova ‘schiacciante’ arriva confrontando il calco di un frammento di una della quattro lesene che i ladri non erano riusciti a portare via dalla parete della Cappella. Il valore delle lesene? "E’ immenso", afferma De Gori. Erano state messe in vendita a 15-20mila euro, ma il valore, aggiunge il comandante, "si misura con ciò che portano via al patrimonio della città". Al ritrovamento ha collaboratore anche Roberto Martorelli del Museo civico del Risorgimento realizzando il calco dell’angolo che i ladri avevano lasciato nella cappella monumentale. "Le lesene sono state realizzate a fine dell’Ottocento dalla ditta dei marmisti Davide Venturi e figlio – spiega Martorelli –, un’azienda bolognese che ha avuto una storia internazionale, con una sede a Caracas e una a Los Angeles". I manufatti "riprendono un po’ gli elementi decorativi del classicismo dell’antica Grecia e dell’antica Roma, poi ripresi anche durante il Rinascimento, che sembrano fatti in serie, ma dobbiamo sempre tenere conto che sono realizzati a mano. Quindi sono oggetti di altissimo valore proprio perché, anche se sono semplicemente la decorazione di una cappella, non vuol dire che non siano frutto di altissimo lavoro dell’artista". Purtroppo ancora oggi i cimiteri sono oggetti di furti, ma alla Certosa "abbiamo censito e fotografato tutto – conclude Martorelli –. Nel database sono registrati tutti i quattromila manufatti".

Amalia Apicella

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