PAOLO ROSATO
Cronaca

Riva Reno ancora a rischio a Bologna: “Strutture e sacchi contro le esondazioni”

Andrea Bolognesi, direttore dei Canali, fa il punto della situazione sull’allerta. “Stiamo intervenendo con ispezioni. Lavori del tram da finire il prima possibile”

Bologna, 25 ottobre 2024 – “Ci stiamo leccando le ferite. Stiamo intervenendo con le ispezioni, ma è importante anche fare chiarezza: nessuno ha sbagliato ‘manovre’ a Casalecchio allagando Bologna. E nei canali che noi gestiamo non ci sono colli di bottiglia”. È un fact checking con il cuore in mano quello che fa Andrea Bolognesi, direttore dei Canali di Bologna. “È venuto giù un volume d’acqua molto superiore rispetto a un anno e mezzo fa: l’anno scorso lavorammo quasi un mese per liberare il canale dalla Certosa a via della Grada da 2mila tonnellate di fango. Ora non sono certo meno e non siamo nella bella stagione”.

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Andrea Bolognesi, direttore dei Canali di Bologna
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Novità sui possibili rimedi?

“Prima di tutto serve una chiara consapevolezza bilaterale, da parte delle amministrazioni e da parte dei privati coinvolti, di ciò che attiene alla gestione emergenziale di un reticolo ferito”.

Dove le ferite più gravi?

“Tra le più gravose c’è quella della canaletta della Ghisiliera, danneggiata dall’esondazione del Ravone. Lì l’agenzia regionale ha eretto un argine provvisorio. Altri interventi sono necessari a Casalecchio, dove ci sono state frane al paraporto Scaletta, e procederemo tra le altre cose alla rimozione di fango e detriti dal Canale di Reno, da via Sacco e Vanzetti a via Marconi. Per ovvi motivi tutte le visite guidate ai canali previste sono state temporaneamente sospese”.

Diverse polemiche hanno fatto seguito all’esondazione del canale in via Riva Reno.

“Prima di tutto voglio fare una precisazione. Il canale del Reno, sabato 19, era completamente vuoto perché esiste un protocollo di lunga data con la protezione civile, in occasioni di piene anche moderate, che prevede che sia libero per fare da valvola di sfogo a tutti i rii e torrenti. Era vuoto già dal 7 ottobre, come ogni anno in questo periodo di ‘secca ordinaria’ in cui facciamo ispezioni. Quindi, lo ribadisco, il Reno non c’entra nulla”.

Lavori del tram: un problema?

“Se il canale di Riva Reno fosse stato ancora con le macchine parcheggiate sopra, l’acqua sarebbe uscita lo stesso. Magari non in maniera così ‘pirotecnica’. Purtroppo un cantiere, per definizione, contiene opere di realizzazione ancora in corso e questo ha subito un evento storico, come un forte terremoto su un edificio in costruzione”.

Quindi il cantiere, con questi rischi, va chiuso al più presto?

“Sì, come tutti i cantieri. Comune e impresa incaricata stanno facendo un ottimo lavoro, ora nel cantiere anch’esso ferito verranno predisposte mitigazioni: sacchi di sabbia e strutture temporanee nei punti critici”.

Con mitigazioni si potrebbe intervenire per esempio all’altezza del parco Melloni?

“Lì una struttura, temo, non avrebbe la capienza adatta”

E invece altrove, per ripensare tutta la rete idrica?

“Le opere diffuse vanno realizzate a monte, ma nella nostra collina è difficile trovare punti adatti. La chiave è sempre la conoscenza, sapere se nei percorsi sotterranei dei rii ci sono colli di bottiglia o tratti migliorabili. Dei nostri canali, tutti artificiali, abbiamo piena coscienza”.