
Organizzatori e organizzatrici del Rivolta Pride alla presentazione: sabato la partenza è fissata alle 15,30 dai giardini Margherita
Ancora una volta, la città si accende con i colori di Rivolta Pride che quest’anno saranno accompagnati dai colori di sgargianti bandiere palestinesi. Infatti, sabato alle 15,30 ai giardini Margherita, inizierà la manifestazione Lgbtqia+, organizzata dall’assemblea autogestita Rivolta pride e che modifica il percorso, concludendosi nel parco della Montagnola con spettacoli di drag queen e di cultura ball room. Tra le rivendicazioni, il diritto di autodeterminazione sessuale e di genere, così come il welfare inclusivo, il diritto all’abitare, ma anche una forte opposizione al genocidio palestinese, alle politiche securitarie del governo Meloni – come il decreto Sicurezza –, al riarmo. A sfilare, sette carri: da Rivolta pride e Cassero, che apriranno come ogni anno, al trenino delle famiglie arcobaleno. Poi, i carri di Mit (Movimento identità trans), Red e lesbiche in rivolta, per concludere la parata con un carro dedicato all’abitare e ai rifugi climatici. L’accesso al corteo, assicurano le organizzatrici, è garantito a tutte e tutti, di fatti, l’intero percorso sarà percorribile da persone in carrozzina e non mancheranno spazi di decompressione lungo tutto il percorso, che saranno curati della Mala Consilia e da Non Una Di Meno. Poco meno di tre chilometri, con l’ingresso in centro da porta Santo Stefano. Da via Santo Stefano si svolterà in via Dante, per poi proseguire su viale Giosuè Carducci in direzione nord fino all’incrocio con Via Irnerio. L’ingresso in Montagnola avverrà dalla seconda rampa di via Irnerio. Sono attese 40mila persone, come lo scorso anno.
"Solo con l’intersezionalità di tutte le lotte si possono ottenere diritti per tutte". Proprio per questo, al grido di ‘No pride in genocide’, la manifestazione di quest’anno si schiera dalla parte del popolo palestinese, esentandosi – come sempre fatto – da qualsiasi sponsorizzazione di aziende o di enti statali, e autofinanziandosi attraverso un crowd fundig, attualmente di duemila euro, ma che punta ad almeno seimila per poter finanziare l’intera manifestazione. "Come persone trans* e soggettività LGBTQIA+ siamo sotto attacco globale – ricordano le organizzatrici, facendo riferimento alle ultime aggressioni subite da persone trans a Roma, ma anche le attuali politiche statunitensi e ungheresi –. In concomitanza con il pride di bologna, ce ne sarà uno anche a Budapest, nonostante il divieto del presidente Viktor Orban: saremo vicine alle sorelle ungheresi".
"Non basterà Trump a cancellare la storia di Sylvia Rivera e Marsha P. Johnson", specifica Rivolta Pride, ricordando la rivolta queer del 1969, che proprio il 28 giugno riempiva le strade di New York.
Gioia Gentile