Rizzo Nervo, assist a Bonaccini "Con lui il Pd tornerà centrale"

L’assessore comunale appoggia il governatore: "Saprà mettere in campo una nuova classe dirigente. Basta cercare la nostra identità in quella degli altri, ora va dato più spazio agli amministratori"

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di Paolo Rosato

Luca Rizzo Nervo, assessore al Welfare e alla Sanità di Palazzo d’Accursio, cosa ne pensa di questa fase pre-congressuale che agita il Pd?

"Credo che nel Pd ci sia più un problema di senso, che di consenso. Il Pd deve ritrovare il suo progetto politico: lavoro, salute e istruzione, lì va ricercata la nostra identità, non invece nell’agenda di altri".

Insomma, questa fase non le sta piacendo?

"Dico solo che credo si debba confermare una scelta: il Pd deve essere un grande partito nazionale e plurale. E da questa impostazione deve venire fuori, meglio, un profilo di chiarezza e nettezza sulle politiche e su chi vogliamo rappresentare".

Lei al Congresso chi sosterrà?

"Stefano Bonaccini mi convince, trovo che porti avanti un progetto che esprime la centralità del Pd, con però la voglia di cambiare profondamente la sua capacità di rappresentanza e di interpretazione della realtà, per come è cambiata".

Chi ha commesso i principali, recenti errori?

"Il problema non è il Pd in sé, ma una classe dirigente immanente, identificata con il governo, non per le battaglie fatte".

Tutta colpa delle correnti?

"Non solo le correnti. Oggi c’è una classe dirigente che ha esaurito la sua credibilità, ministri che hanno attraversato tutte le stagioni politiche dentro qualcosa e poi all’interno del suo contrario. È una linea politica sbagliata: il Pd ha cercato la sua identità nell’identità degli altri, sbagliando. Una dinamica politicista sulle sole alleanze è stata sanzionata alle urne".

Bonaccini è abbastanza di sinistra? Esiste anche questo dibattito interno nel Pd.

"Bonaccini possiede sia la consapevolezza di mettere in campo una classe politica nuova, fatta da tanti amministratori che ogni giorno affrontano i problemi reali in prima linea. Sia la consapevolezza che al Pd serve un progetto nuovo, recuperando concretezza nel dire chi vuole essere e chi vuole rappresentare. Poi per Stefano parla la storia politica, non sarà un one man show, sarà un playmaker di una squadra che esiste già in tanti territori. E ancora, mi perdoni, non credo che il nostro dibattito sia all’altezza, se discutiamo su quanto un candidato o l’altro sia di sinistra. La sinistra è ciò che si fa: il Patto per il Lavoro e per il Clima emiliano-romagnolo di Bonaccini per esempio è di sinistra".

Domani dovrebbe candidarsi anche Elly Schlein.

"Sono un suo amico, la stimo e la rispetto. Ma credo spetti a lei prima di tutto ufficializzare la sua eventuale candidatura".

Matteo Lepore ha proposto di cambiare il nome al partito in ’Democratico e del Lavoro’. Lei cosa ne pensa?

"Penso che Lepore abbia ragione a porre il tema del lavoro e della sua rappresentanza, che è ineludibile per il Pd. Abbiamo oggi un deficit di rappresentanza nel mondo del lavoro. E a ben vedere non è servito avere avuto negli ultimi due anni un ministro del Lavoro del Pd per colmare questo deficit. Fa bene Matteo a mettere il tema al centro, senza retorica"

Spera che anche Lepore venga su Bonaccini?

"Lepore è già la nuova classe dirigente nazionale del PD, è un sindaco che ha vinto le elezioni nel fuoco della battaglia, senza essere cooptato da nessuno. Qualunque scelta farà".

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