Roxy Bar Bologna, riapre il locale sotto le Due Torri cantato da Vasco Rossi

La catena ‘051’ ha acquisito la gestione dalla Segafredo Zanetti: "Tornerà al successo"

I soci di ‘051’: Ergis Tola,  Alben Alla, Bledar Prenci e Alessandro  Vannini

I soci di ‘051’: Ergis Tola, Alben Alla, Bledar Prenci e Alessandro Vannini

Bologna, 12 dicembre 2018 - Si potrà bere un whisky, come le star. «Con moderazione...». Altri si concederanno una più salutare colazione, un pranzo o un aperitivo. Respirando ‘bolognesità’. Perché il Roxy Bar sta per riaprire: la società Piazza del Gigante, alla quale fa capo la catena di ristoranti ‘051’, ne ha acquisito la gestione dalla Segafredo Zanetti. «Il Roxy non si chiude» recitava un messaggio recapitato poche settimane fa con tratti di rossetto sulla vetrina dello storico bar di via Rizzoli, quello evocato nella ‘Vita spericolata’ di Vasco Rossi. L’invito è stato raccolto.

«Vorremmo provare a restituirlo alla città entro fine anno, al massimo nelle prime settimane del 2019», spiega Alessandro Vannini, uno dei quattro soci di ‘051’. Il Roxy, chiuso dalla scorsa estate, è reduce da due cambi di gestione dopo l’addio dei soci storici nel 2010. Ora la svolta: Segafredo ha scelto la catena di ristorazione bolognese per il rilancio.

«L’acquisizione? Un passo ponderato, com’è nel nostro stile. L’obiettivo – precisa Vannini, socio in 051 con Bledar Prenci, Alban Alla e Ergis Tola – è riportare il locale al successo di un tempo. Per farlo punteremo sulla tradizione, che per un bar è ricercare nella caffetteria, e aggiungeremo il nostro know how maturato nella ristorazione. Le esigenze dei clienti cambiano e cerchiamo di stare al passo con i tempi».

Il nome invece non cambierà: il Roxy Bar continuerà ad attirare l’attenzione di bolognesi, turisti e fan di Vasco Rossi che nel tempo ne hanno fatto una meta prediletta. «La nostra intenzione – osserva Prenci – è quella di articolare la proposta: caffetteria la mattina, poi un pranzo veloce con specialità bolognesi sullo stile dello Zerocinquantino (uno dei format scelti per i ristoranti in città), infine l’aperitivo. Puntiamo a una clientela di giovani e meno giovani, di bolognesi e turisti. Daremo lavoro inizialmente a 8-9 persone, di cui un paio già parte della nostra squadra».

Il rapporto tra chi ha venduto e chi ha comprato non si è esaurito con l’accordo siglato pochi giorni fa davanti a un notaio: «Continueremo a collaborare con Segafredo – spiega Vannini – anche perché il settore della caffetteria non è quello dal quale proveniamo, ma ci interessa e ci siamo formati per svilupparlo e approfondirlo. Possiamo contare sull’apporto di un big che ci sosterrà su più versanti, proprio a partire dalla formazione». «Siamo convinti – fanno sapere da Segafredo Zanetti, colosso del caffè con 19 impianti, una rete mondiale di locali e 43 milioni di caffè serviti ogni giorno – che i soci di 051 sapranno riportare il Roxy ai fasti di un tempo. Abbiamo trovato in loro un partner preciso, organizzato e affidabile. Questo ci ha convinti a chiudere l’accordo».

Per la catena ‘051’, nata nel 2009 con l’apertura del primo ristorante in via de’ Pignattari, 8 milioni di fatturato e un centinaio di collaboratori in organico, si tratta del nono locale in gestione, tutti tra Bologna e provincia. Ma stavolta non è uno ‘051’, uno Zerocinquantino o uno Zerocinquantello. È il Roxy Bar. «Avvertiamo una forte responsabilità – commenta Prenci – nei confronti dello stesso locale per ciò che rappresenta, della nostra società e di Bologna e dei bolognesi». E il futuro? «Un giorno ci piacerebbe aprire uno 051 in un’altra città». Un futuro che non sembra troppo lontano. Intanto c’è il Roxy Bar.

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