Sade Mangiaracina omaggia Mandela: la sua vita raccontata a ritmo di jazz

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Si annuncia un’alba di giorni migliori per il mondo del jazz che nella scia di Carla Bley, Maria Schneider e Ingrid Laubrock, pur in un range di età diverse, da qualche tempo a questa parte si sta popolando di nomi femminili dal piglio assertivo, di brillante creatività. Contributo che fa ancor più bella l’arte musicale. Un flusso nuovo che vede in Sade Farida Mangiaracina uno degli esempi contemporanei più intriganti. L’appuntamento con l’artista di Castelvetrano a sfogliare in trio ’Madiba’, disco dedicato a Mandela, è per stasera in Cantina Bentivoglio (ore 21.15), ultima data del trittico Tour Tûk. Distillato in due parti dell’epopea storica di Nelson, trent’anni di carcere riscattati in un crepuscolo di libertà. Incanti energetici sugli ottantotto tasti della leader, dolcissima e passionale, ma senza svenevolezze, in interplay con Marco Bardoscia al contrabbasso e Gianluca Brugnano alla batteria. Talenti finissimi, una sorta di polizza sul futuro del jazz in Italia, interpreti di una musica fluida nei fraseggi, aperta a disparate influenze, tra reminiscenze classiche mixate con influenze jazzistiche a testimoniarne l’eclettismo. Per smuovere i sentimenti degli habitué dei talent forse basterebbe la sola terza traccia del disco, ’Letter from a prison pt.1’, che inizia con un intro pianistico appoggiato sui ritardi e sulle pause, quasi alla Jarrett e la voce del contrabbasso, suonato con l’archetto, a imitazione del canto umano. Ma c’è pure un altro progetto firmato dall’artista siciliana che sta affiorando, di grande bellezza: il suo vecchio duo con Salvatore Maltana, Ma.Ma., diventa triade con l’inserimento di Luca Aquino. Progetto di un suono più lirico e intimista rispetto al collaterale ed energetico ’power trio’ in scena stasera.

Gian Aldo Traversi

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