Saga Coffee, il salvataggio diventa un caso di scuola

Il Comune di Bologna avvia un’inchiesta sociale per approfondire la vicenda. Lepore: "Un messaggio a Governo e Parlamento, non abbandonare il lavoro"

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Il caso della Saga Coffee come esempio di lotta per salvare le aziende. A un anno dalla mobilitazione per evitare la chiusura della fabbrica di Gaggio Montano, parte l’inchiesta sociale del comune di Bologna, su iniziativa del sindaco Matteo Lepore e della presidente della Fondazione per l’Innovazione urbana, Erika Capasso, con la collaborazione dei sindacati. L’obbiettivo del progetto è quello di promuovere una conoscenza diffusa e partecipata degli avvenimenti, con l’aiuto dei lavoratori e dei cittadini coinvolti in quei famosi 100 giorni di protesta davanti allo stabilimento che nel novembre 2021 doveva essere chiuso lasciando senza lavoro più di 220 persone.

La vicenda, come noto, si è conclusa positivamente a febbraio con un accordo tra la Regione Emilia Romagna e le due aziende meccaniche lombarde Tecnostamp Triulzi Group e Minifaber, che hanno investito 25 milioni di euro per rilanciare l’azienda che, oltre a costruire macchine per il caffè, adesso si occupa anche della lavorazione di lamiere, stampaggio di materie plastiche e materiali compositi.

La Fondazione per l’Innovazione urbana curerà il progetto fino a giugno 2023, con un team multidisciplinare specializzato e con l’aiuto di un ricercatore della Scuola Normale Superiore di Pisa. Il budget sarà di 15mila euro.

"Al Governo e al Parlamento si può proporre una strada: è possibile non abbandonare il lavoro, anzi sostenerlo, in maniera innovativa", ha sollecitato il primo cittadino bolognese sottolineando l’importanza di far capire al Paese l’esistenza di questa "buona pratica". La soluzione trovata per la Saga Coffee, con il salvataggio dei posti di lavoro, è un lieto fine "che parla di Emilia-Romagna e di Bologna. Non abbiamo dato una risposta assistenzialista, ma è un caso di riconversione industriale a tutto tondo. L’inchiesta sociale vuole essere un messaggio di speranza, ma guardando la realtà negli occhi, non girandosi dall’altra parte", ha concluso Lepore. "Non ci bastano i dati. Abbiamo bisogno di sperimentare nuove pratiche di apprendimento della pubblica amministrazione – ha aggiunto Capasso – Vogliamo portare l’amministrazione ad uscire dal Palazzo e instaurare una relazione diversa con le persone".

L’inchiesta consisterà in questionari, interviste e analisi dirette sul territorio, dove la partecipazione della comunità appenninica sarà cruciale. Sergio lo Giudice, capo di gabinetto della città metropolitana di Bologna, ha descritto con entusiasmo l’episodio come un "una vittoria per le lavoratrici e i lavoratori, ma anche un impatto importante sul territorio che adesso vogliamo andare a monitorare".

"Spero che quella vertenza – auspica il sindacalista Primo Sacchetti, in prima linea nel caso Saga, presente insieme ai segretari bolognesi di Fiom-Cgil e Fim-Cisl Michele Bulgarelli e Massimo Mazzeo – lasci qualcosa sul territorio, che colmi la distanza e l’apatia che c’è rispetto alla politica".

Nicola Maria Servillo

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