
Salmo presenta il suo nuovo lavoro ’Ranch’: il video girato girato in Bulgaria, su un set di ’Rambo’
Un grido nella prateria. Anzi, un’Ave Maria. Ma "piena di rabbia" come quella che Salmo ha messo nel nuovo album ’Ranch’, che presenta oggi alle 17 da Semm Music Music Store & More in via Oberdan, nell’attesa di arrivare in concerto il 28 ottobre all’Unipol Arena. "Io il mio ranch me lo sto costruendo in Gallura, ma penso che chiunque se ne possa creare uno in testa – spiega il rapper sardo –. Anche se quello del video l’abbiamo ricreato in Bulgaria, sul set utilizzato nel 2018 da Sylvester Stallone per girare ‘Rambo: last blood’. Ho cercato, infatti, un concept visivo parallelo alla storia del disco, provando a immaginarmi come potrebbe essere la Terra nel pieno della guerra tra razza umana e intelligenza artificiale. Ci sarà un finale a sorpresa, perché i video sono 16 come le tracce del disco e bisognerà vederli tutti per capire il senso della storia".
Anche per lei è arrivato il momento di riannodare i legami col mondo. "Avevo bisogno d’isolarmi e di creare un posto tranquillo in cui ritrovare la serenità. Sui social ci ho fatto il deficiente per anni, poi però hanno cominciato a pesarmi, perché rappresentano un freno alla creatività, così ho messo in remi alla barca e mi sono fatto un viaggetto in mare aperto".
Nel disco c’è una sola collaborazione, con Kaos in ’Bye bye’. "Scelta doverosa, credo. Perché è stata la persona che mi ha ispirato più di tante altre. Da ragazzino ero molto timido, avevo i denti storti, e vivevo un grosso disagio. Cercando di reagire, mi sono imbattuto in un live di Neffa dove ad un certo punto compariva lui e si mangiava la scena. Una folgorazione, perché è stato quello il momento in cui mi sono detto: voglio fare rap. Insomma, è stato come chiudere un cerchio".
Sedici tracce sono tante. "Il disco è venuto fuori da solo perché al tempo avevo altri progetti. Stavo lavorando per Sky alla serie tv ‘Blocco 181’ e relativa colonna sonora (è appena uscita la seconda stagione, ‘Gangs of Milano - Le nuove storie del Blocco - ndr), ma anche al mio libro ‘Sottopelle’. Per motivi di copione m’ero cambiato l’identità, diventando Snake e l’idea del ranch è nata dall’isolamento in cui viveva il personaggio in lotta coi propri demoni che m’ero cucito addosso".
Un brano s’intitola ’Il figlio del prete’. "È nato guardando la docu-serie ‘Vatican girl’ e mi sono immaginato una pista alternativa per risolvere il caso di Emanuela Orlandi criminalizzando, appunto, il figlio del prete".
’Ranch’ è il disco dei suoi quarant’anni. "Già, non sono più un ragazzino. A questa età devi tirare una riga sul passato capire chi sei e farti un’autoanalisi. ‘Ranch’ è questo. Il rap ti dà sicurezza, una scarica di ego, inizi a sentirti qualcuno, a sentirti importante, a volte pensi di essere anche un duro. Io mi ero convinto anche di essere un po’ cattivo, poi a quarant’anni mi sono reso conto, invece, di essere una brava persona. E la cosa mi piace".
Lo dice pure Lucio Corsi. "Lo apprezzo molto, perché nelle sue canzoni usa un’arma che in questo momento premia moltissimo: la sincerità. Soprattutto in un momento in cui molti vogliono dare l’idea di essere dei supereroi".
E i rapper che a Sanremo diventano pop? "Potrei farlo anch’io. Fin dai primi dischi ho abituato il pubblico a seguirmi nei cambiamenti. Se lo fa uno come Tony Effe, che ha un personaggio ben definito, magari qualcuno non accetta. E sia chiaro che a me lui piace. Ha avuto coraggio, ma l’esibizione era brutta".
È vero che ha rifiutato un milione di euro per fare il giudice di X-Factor? "Sì, nel 2019 quando poi andò Sfera Ebbasta. Affrontai una serie di provini e mi trovai bene. Piacqui pure alla produzione. Ma stavo già lavorando alla serie tv, dove interpretavo un personaggio feroce che non avrebbe avuto senso accostare al giudice che magari si commuove davanti all’esibizione di un diciannovenne. Non è stata, dunque, una questione di soldi".