Marzabotto, dal saluto romano all'incontro con il sopravvissuto. "Luppi non è un fascista"

L'anziano superstite della strage non ha dubbi

Eugenio Luppi con Franco Leoni Lautizi

Eugenio Luppi con Franco Leoni Lautizi

Marzabotto, 15 gennaio 2018 - Una stretta di mano che sa di perdono. Franco Leoni Lautizi, sopravvissuto alla strage di Marzabotto, ha incontrato Eugenio Maria Luppi, il calciatore dilettante finito nella bufera per l’esultanza con tanto di saluto romano dopo un gol segnato nel campo sportivo della città che tanto sangue versò nella lotta per la libertà. Era il 12 novembre e Luppi mostrò davanti alla tribuna una maglietta con i simboli della Repubblica sociale (VIDEO e FOTO).

A dare notizia dell’incontro è lo stesso Leoni Lautizi, residente a Rimini, che, sulla propria pagina Facebook, racconta del tempo trascorso assieme al giovane, ex giocatore del Futa 65 e ora in campo con la maglia del Borgo Panigale in Promozione: "Ho passato con Eugenio una mezza giornata – ha scritto, pubblicando una foto insieme al giocatore – e non ho riscontrato in lui né fascismo né nazismo. Non ha nemmeno i baffetti e il ciuffo alla Hitler che gli hanno postato sulla sua immagine. La sua idea di fascismo è solo una forma di protesta verso una politica ambigua che non fa niente per la disoccupazione dei giovani e il lavoro precario, parlamentari che delinquono e non hanno più nemmeno la dignità di vergognarsi e in questa sua idea, non posso che dargli ragione".    Parole chiare, quelle di Leoni Lautizi, che arrivano dopo durissime prese di posizione nei confronti di Luppi da parte di partiti, sindacati e Anpi con tanto di manifestazioni di protesta proprio a Borgo Panigale dove la sua presenza nella locale formazione di calcio ha scatenato un vespaio di polemiche. "Le istituzioni e la politica – ha aggiunto, tra l’altro, Lautizi – hanno fatto di tutto per rovinargli l’esistenza e quasi la famiglia e avendolo conosciuto sinceramente non lo meritava...". "Questo – si legge ancora nel profilo accessibile agli amici – è il ragazzo che con il saluto fascista ha indignato Marzabotto, le associazioni, la politica e i media, e resosi conto del gesto stupido, ha scritto una lettera aperta di scuse ai giornali, precisando che non era sua intenzione offendere i Martiri di Monte Sole: tanto che non conosceva né lui né gli altri la tragedia che si era perpetrata in quel luogo".  

 

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