"Salvemini, una ferita che resterà aperta"

Al teatro Betti gli elaborati grafici e video dei ragazzi per ricordare le vittime della strage. Ecco i vincitori del concorso artistico dello Spi

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"Con l’aiuto di tutti si può curare ogni ferita. Ma rimarrà sempre aperta nella nostra memoria". Questa una delle frasi principali degli elaborati grafici e video con cui la classe II A dell’Itcs Salvemini di Casalecchio, ieri mattina sul palcoscenico del teatro comunale Laura Betti di Casalecchio, è stata premiata con un buono libri di 500 euro da destinare alla biblioteca di classe. L’occasione è stata il concorso artistico indetto dallo Spi (Sindacato pensionati italiani) della Cgil casalecchiese che, arrivato alla seconda edizione, aveva per tema "La Cura".

Il concorso era rivolto ai ragazzi delle seconde classi dei tre istituti superiori della cittadina sul Reno (il liceo Leonardo Da Vinci, l’Alberghiero Veronelli e l’Itcs Salvemini) e aveva lo scopo di mantenere viva la memoria del sacrificio dei 12 studenti di seconda del Salvemini, morti il 6 dicembre 1990, in seguito alla caduta di un aereo sulla scuola. E se all’opera "Il filo" (realizzata assieme alla professoressa Eugenia Pantaleo e con il coordinamento della vice preside Maria Ghiddi) hanno partecipato tutti gli alunni della II A del Salvemini, a quelle premiate nelle altre due superiori la partecipazione è stata a gruppi. Così all’Alberghiero Veronelli si è imposta l’opera "Curiamo noi stessi per far crescere il meglio", elaborata da Andrea Nigro, David Bettini e Marco Venturi Suzzi della II A, supervisore la professoressa Cristiana Nucci, coordinatrice la prof Federica Piloni. Premio, infine, per l’opera "La nostra memoria", confezionata da Mattia Cremonini, Mattia Sacco e Matteo Verì della II C del liceo Da Vinci con l’aiuto della professoressa Agar Alessia Barboni e il coordinamento della prof Doriana Russo.

"Abbiamo scelto il tema "La cura" – ha rivelato Nadia Bonora dello Spi – perché, alla maniera anglofona ‘I care’, la intendiamo come pratica di emancipazione pedagogica, dalla filosofa Mortari e dallo psicanalista Freud". "Basterebbe – ha aggiunto Roberto Alutto, padre di Deborah, una delle 12 vittime del Salvemini – che dopo un incidente, un fatto grave, ognuno si prendesse le proprie responsabilità e chiedesse scusa alle vittime. Lo Stato non lo ha mai fatto con noi". E Massimo Bosso, sindaco di Casalecchio, ha aggiunto: "L’uscita dal Covid ha ampliato le fragilità. Ed è molto importante il lavoro dello Spi che fa dialogare le fragilità degli anziani di cui si occupa con quelle dei nostri ragazzi".

Nicodemo Mele

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