San Francesco Bologna, l'allarme. "Il tetto non è più sicuro"

L’appello dei frati: "Dateci una mano". Servono lavori per 350mila euro

Bologna, Basilica di San Francesco

Bologna, Basilica di San Francesco

Bologna, 23 marzo 2019 - Una delle chiese più rappresentative della città, ora ferita e pericolante. Quando, nel mese di maggio 2018, i frati della basilica di San Francesco hanno notato per la prima volta alcune notevoli infiltrazioni d’acqua, hanno capito subito che il tetto aveva bisogno d’aiuto.

L’ultimo intervento per la messa in sicurezza risale al 2008, più di un decennio fa: sono così iniziati i primi controlli, intensificati a seguito di un nubifragio nel giugno scorso, che hanno evidenziato una struttura in emergenza e con diverse criticità. I danni più grossi riguarderebbero soprattutto la parte esterna: il basamento su cui poggiano le tegole è stato eroso dal tempo e dagli agenti atmosferici e non è più sicuro, così come sono messe male alcune grandi lastre di cemento armato, che rivestono il perimetro del tetto e la parte superiore delle lesene. Con una struttura così pericolosa, è ormai impossibile per i frati percorrere molti punti a piedi.

«Ci sono diversi interventi che possono essere avviati senza l’approvazione della Soprintendenza, al di là del vincolo delle Belle arti, poiché riguardano solo la messa in sicurezza e non la parte strutturale in sé per sé – spiega fra Marco Moroni, referente della basilica –. Alla Soprintendenza, invece, abbiamo chiesto una mano per poter finalmente sistemare l’impermeabilizzazione del tetto, con una guaina che sia in grado di proteggere dalla pioggia e della neve, oltre al fondamentale fissaggio delle tegole, ormai divelte. L’iter è partito lo scorso anno e per i cantieri ci vogliono almeno 4-5 mesi, con lavori che non avrebbero bisogno di chiudere la basilica ai fedeli».

Un piano di interventi oneroso, impossibile da affrontare per la sola comunità della basilica, con un preventivo vicino ai 350mila euro: i frati hanno così cominciato ad attivare una raccolta fondi che, a partire dallo scorso Natale, ha già permesso di racimolare 16mila euro. «Purtroppo, però, l’assicurazione non copre il resto delle spese – aggiunge fra Moroni –, ma solo una cifra vicina ai 90mila euro. I fondi, poi, vengono stanziati unicamente a lavori iniziati, e questo complica ancora di più il discorso. Stiamo cercando di capire se e come, effettivamente, l’assicurazione fornirà quelle risorse». Un iter burocratico intricato e difficile dal punto di vista organizzativo: il francescano, infatti, spiega anche che «a mano a mano che i mesi passano, continuano a sommarsi altri piccoli interventi che non fanno altro che ingarbugliare ancora di più i vari passaggi e gonfiare i costi del preventivo».

Non da ultimi, i danni provocati dal sisma del 2012, con crepe ancora molto visibili all’interno della basilica, che necessitano ancora di un’ultima sistemazione, e che dovrebbero partire nel giro di qualche mese. «Stiamo cercando di sensibilizzare la comunità e gli Enti locali a darci una mano per rimettere in sesto la basilica nel suo complesso, ma è molto difficile – chiosa fra Moroni –. Per far questo, apriremo sempre di più i nostri spazi a fedeli e a cittadini, mettendoli al servizio della città e coinvolgendo sempre più persone. Per far tornare a splendere la basilica di San Francesco, però, occorre la collaborazione di tutti».

 

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