San Petronio 2022, l'omelia di Zuppi a Bologna: "Diventiamo noi patroni dei più fragili"

Dal pulpito della Basilica, nel giorno in cui la città festeggia il suo santo patrono, il cardinale arcivescovo chiede a tutti di avere una maggiore attenzione per il bene comune

San Petronio 2022 Bologna, messa di Zuppi e processione (foto Schicchi)

San Petronio 2022 Bologna, messa di Zuppi e processione (foto Schicchi)

Bologna, 4 ottobre 2022 - "Non dobbiamo avere la presunzione di rubare il mestiere al sindaco, ma dobbiamo fare nostra la città". Dal pulpito della Basilica di San Petronio, nel giorno in cui Bologna festeggia il suo santo patrono, il cardinale arcivescovo Matteo Zuppi chiede a tutti di avere una maggiore attenzione per il bene comune. "Il vescovo Petronio - prosegue il porporato - spesso è raffigurato con la città tra le mani. La custodisce ma non la possiede e noi, forti di questo esempio, non dobbiamo prendere da essa solo quello che ci serve, ma dobbiamo preoccuparci di tutti, a partire dai più poveri". Persone disagiate che sono in aumento anche a causa dell'invasione dell'Ucraina da parte della Russia. "Petronio ci chiede di essere artigiani di pace per stroncare quella speculazione che, a causa della guerra, mette ancora più in difficoltà chi si trova già in una situazione di fragilità". Zuppi ha voluto anche ricordare il discorso che San Francesco d'Assisi fece 800 anni fa in piazza Maggiore, pacificando una città che si stava divendendo per le tensioni generate dai diversi potentati.

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"Il vescovo Petronio quasi sempre è raffigurato con la città di Bologna tra le mani. Non la possiede, la custodisce, la protegge e la differenza non è da poco. È come sua figlia e la solleva, come un padre con un bambino e la mostra con la gioia che ha un padre che mostra sua figlia e ce la mostra tutta. Non siamo isole e la città è la nostra prima casa comune, il primo luogo dove vivere da fratelli tutti". Ha detto il cardinale Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, nell'omelia per la messa nel giorno di San Petronio, patrono della città. "Non solo Petronio ce la mostra, ma ce la affida: amiamola e prendiamola con noi. Non rubiamo il mestiere al sindaco - ha scherzato - ma facciamola nostra, a partire da noi facciamola diventare la casa dei fratelli tutti e diventiamo noi patroni di chi non ha nessuno, a partire dai più fragili".

"Siamo artigiani di pace - ha esortato - vinciamo l'inimicizia, l'indifferenza, l'odio che cresce e inaridisce il cuore e lo prepara alla violenza". San Petronio, ha ribadito «ci mette tra le mani la nostra città come per dire di prenderla, non di viverla solo per quello che ti riguarda, ti riguarda tutto. Non guardiamo l'altro con fastidio, con sospetto, in maniera difensiva o arrabbiata. A cominciare dai fragili rendiamo la città vivibile per tutti, luogo di incontro della solidarietà, della conoscenza che diventa cultura". Chiesa e città, ha concluso Zuppi "sono bellissime, ma sempre incompiute e possiamo e dobbiamo noi completarle, renderle più belle con l'impegno possibile a ciascuno, rendendo preziosa la vita degli altri".

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