MANUELA VALENTINI
Cronaca

Sandro Chia, con la sua poetica attraversa linguaggi e materiali

Alla Galleria d’Arte Maggiore una selezione di opere in ceramica e alcuni dipinti di grandi dimensioni.

Alla Galleria d’Arte Maggiore una selezione di opere in ceramica e alcuni dipinti di grandi dimensioni.

Alla Galleria d’Arte Maggiore una selezione di opere in ceramica e alcuni dipinti di grandi dimensioni.

Sandro Chia, classe ’46, è uno degli esponenti più importanti della Transavanguardia, il movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva alla fine degli anni ’70 che rivendicava il ritorno alla pittura contro il dominio dell’arte concettuale. Chia ha interpretato la Transavanguardia come un’apertura alla teatralità e alla contaminazione tra linguaggi; pittura, scultura, disegno e ceramica convivono con estrema naturalezza. Questa attitudine è evidente nella mostra ‘Attraverso il fuoco, dentro il segno’, aperta alla Galleria d’Arte Maggiore (via d’Azeglio 15).

La mostra consiste in una selezione di opere in ceramica alle quali si affiancano dipinti ad olio di grande dimensione. E proprio la ceramica diventa la superficie ideale per sperimentare nuove tensioni espressive. Le sue Cornici, ad esempio, ospitano all’interno disegni su carta, nel tentativo di attivare un contrasto tra materiali in apparenza inconciliabili: "La ceramica resiste al fuoco, è virtualmente indistruttibile. Il disegno è carta, teme perfino la luce", osserva Chia in un’intervista rilasciata a Franco Bertoni nel catalogo di Faenza.

Un “faccia a faccia” materico che si fa metafora di due forme opposte di permanenza: quella fisica e quella concettuale. Accanto a queste, i Mappamondi – sfere in ceramica sorrette da basi bronzee – che sembrano mettere in scena un elogio alla fragilità. Il bronzo, metallo per eccellenza delle sculture pubbliche e perciò della memoria, sorregge un globo che si affloscia, come a voler ammettere l’impossibilità di reggere interamente il mondo.

E ancora le teste di gorilla, intitolate ironicamente Babbi addolorati, aprono un varco poetico tra suggestione pop ed inquietudine esistenziale. Le grandi tele che completano il percorso espositivo, intitolate ‘Catching the stars’ e ‘Happy Birthday’, riportano il visitatore dentro l’universo figurativo forse più riconoscibile di Chia: figure maschili vigorose, isolate, immerse in un tempo sospeso di pura invenzione pittorica. I colori sono saturi, le forme solide, gli sguardi assorti: l’eroismo del quotidiano si fa icona.

Manuela Valentini