"Sant'Orsola Bologna, al Pronto soccorso area Covid permanente"

Giostra: "A giugno l’inaugurazione, sarà una struttura autonoma, con letti intensivi dotati di ventilatori e monitoraggio"

L’équipe del Pronto soccorso nella nuova area col direttore Fabrizio Giostra, 5° da destra

L’équipe del Pronto soccorso nella nuova area col direttore Fabrizio Giostra, 5° da destra

Bologna, 26 maggio 2021 - "Duecentocinquanta metri quadrati solo per l’area Covid. Una separazione importante nel nostro Pronto soccorso, perché adesso i pazienti non sospetti di essere contagiati dal Coronavirus sono risaliti a numeri importanti, in media 170 al giorno. Quindi abbiamo bisogno di più spazio per loro, mentre gli altri sono scesi a una decina". Fabrizio Giostra, direttore del Pronto soccorso e della Medicina d’urgenza del Sant’Orsola, fa un sopralluogo nella zona adiacente alla struttura, dove ci sono i lavori in corso: "Nella seconda settimana di giugno inaugureremo quest’area che sarà chiamata ’settore giallo’, per distinguerla dall’altra che sarà battezzata ’settore arancione’, anche se non ci sono riferimenti al codice colore di priorità. Avremo un settore con quattro posti letto intensivi, dotati di ventilatori e monitoraggio, poi l’ambulatorio per le visite, la sala d’attesa e quattro letti di osservazione".

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Sant'Orsola, al Pronto soccorso nuova area permanente
Sant'Orsola, al Pronto soccorso nuova area permanente

Lo specialista anticipa i vantaggi dell’area permanente dalle caratteristiche polifunzionali: "Sarà una zona autonoma, aperta 24 ore su 24, in grado di gestire pazienti positivi, dal codice bianco al rosso e, più avanti, quando il Covid finirà, potremo isolare qualsiasi malato con patologie infettive. La squadra sarà formata da un medico, due infermieri e un operatore socio-sanitario". E oggi, Giornata internazionale della medicina d’emergenza-urgenza, Giostra farà un bilancio dell’attività con il personale. Con 90mila accessi all’anno, che salgono a 140mila se si considerano anche i Pronto Soccorso specialistici di ostetricia, oculistica e pediatria, "il nostro Pronto Soccorso è il più grande della Regione e tra i primi in Italia, se non il primo per volumi di attività. Nell’area generale, in quella ortopedica e nella medicina d’urgenza, lavorano complessivamente più di 200 persone: 35 medici, 130 infermieri e circa 50 oss".

La medicina d’urgenza dispone di 50 posti letto dove ogni 24 ore ruotano più di 30 pazienti. I codici rossi, ossia i casi in cui si è in imminente pericolo di vita, sono stati nel 2019 – prima del Covid – 1.660, quasi 5 al giorno. E se durante la prima fase della pandemia gli accessi per patologia no Covid erano quasi scomparsi, nella seconda e terza ondata, invece, i flussi di pazienti si sono mantenuti costanti e oltre a fornire assistenza ai malati Covid, è stato indispensabile creare percorsi ’puliti’ per garantire accoglienza e cure a tutti gli altri pazienti, assicurando anche che non entrassero in contatto con il virus.

"Allo specialista in medicina d’urgenza – osserva Giostra – sono richieste molteplici competenze trasversali: bisogna essere un po’ cardiologi, un po’ pneumologi, un po’ neurologi e conoscere un po’ di ogni altra branca, per essere specialisti in medicina d’urgenza. I bisogni delle persone sono tanti e il Pronto soccorso è quasi sempre il posto in cui si chiede aiuto. Ed è una struttura, inoltre, che per funzionare bene deve avere dietro di sé un grande ospedale, in grado di accogliere e fornire sempre risposte adeguate".

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